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Da Kjellingstraumen        a Videdal

 

moto

4 agosto
Saltstraumen- Skogmo km 387
Come la prima luce del sole appare ci alziamo. Velocemente prepariamo i bagagli e facciamo colazione. Alle 8,35 saliamo in moto e partiamo, felici che ci sia il sole. Accendiamo il riscaldamento nei giubbotti e nei guanti perché fa freddo, ci saranno 7/8°. Riprendiamo la strada costiera, a quest’ora deserta, e dopo poco ci fermiamo per fotografare una cascata a bordo strada. Proseguiamo ed ora la strada torna a costeggiare il mare donandoci scorci panoramici splendidi: è tutto uno scendere e salire dal mare ai monti incappucciati ancora di bianco. E’ incredibile come il paesaggio cambi da un momento all’altro! Costeggiando il Glomfjorden vediamo transitare una nave dell’Hurtigruta: è enorme! Ci fermiamo a scattare alcune foto con le catene di montagne sullo sfondo. svartisenAttraversato il tunnel di Glomfjord giungiamo in vista dello Svartisen, ghiaccio nero, il più esteso ghiacciaio europeo. Ci fermiamo in continuazione per scattare istantanee a questa meraviglia della natura. Siamo felici, gli occhi colmi di tanta bellezza; non vorrei più ripartire, ma la strada ci chiama così ripartiamo. Venti minuti più tardi siamo a Forøy per salire sul primo dei numerosi ferry della giornata che in poco più di 10/12 minuti ci porta sull’altro lato del fiordo. Segue una tratta in nave più lunga che attraversa fiordi dalle acque cobalto e bracci di mare costellati di isole. Meraviglioso! Ripassiamo anche il circolo polare artico, stavolta via mare. Sbarcati sulla terraferma proseguiamo in uno scenario di saliscendi dal mare a monti scabri, a prati verdissimi, a passi montani, fino a scendere sul mare nuovamente, a Nesna, da dove c’imbarchiamo per attraversare il Rana fjorden. Oltrepassata Sandnessjøen dopo qualche chilometro ecco apparire a sinistra la catena delle sju søstre, le sette sorelle. Si tratta di sette cime che, secondo la leggenda, erano le sette figlie del re dei troll. Una sera andarono a ballare, ma si dimenticarono di rincasare prima del sorgere del sole. Così, come tutti i trolsju_sostrel, a causa di ciò furono tramutate in pietra. Percorsi altri chilometri su strada e traversati fiordi su traghetti siamo stanchi, così, superato il bivio per Brønnøysund, ci fermiamo a Skogmo 5camping N65°28.283' E12°21.233'. E’ vecchiotto come il tizio che lo gestisce, ma la casetta che ci affitta è spaziosa e per una notte va bene. Appena sistemati i bagagli all’interno, come al solito scoppia un temporale. Siamo felici di aver trovato riparo in tempo.

5 agosto
Skogmo- Trondheim-Øysand camping km 382
Piove, piove, piove. Piove sulla costa e anche all’interno, quando lasciamo la strada costiera 17 a Hoilandet per incontrare, qualche chilometro dopo, la E6. Unica nota positiva è che il traffico è scarso. Non così sull’arteria principale. Poco prima di Trondheim siamo costretti a cercare riparo sotto le tettoie di un benzinaio perché si è scatenato un forte temporale. Siamo in buona compagnia, un gruppo di Harleyisti si unisce a noi e tutti quanti speriamo che il temporale s’allontani. Dopo una ventina di minuti è calato d’intensità, così riprendiamo la strada. Attraversiamo la bella Trondheim, già visitata anni fa e proseguiamo lungo la costa. Riprende a diluviare perciò seguiamo la prima indicazione per un campeggio, a Øisand N63°19.616' E10°12.233', sul mare. Per fortuna troviamo un cottage da affittare per la notte. E’ grande e ben arredato con mobili moderni: cucina attrezzata, bagno, camera da letto. Accendiamo subito i pannelli elettrici per scaldare gli ambienti e far asciugare i guanti. Al minimarket acquistiamo l’occorrente per la cena e la colazione…che vuoi di più dalla vita?

6 agosto
Øysand-Molde km 293
puliziaPartiamo alle 9,30 ca dopo aver provveduto alla pulizia del cottage. Sole e cielo azzurro stamattina! Un’ora e mezza più tardi attraversiamo il tratto di mare dell’Halsafjorden e a mezzogiorno arriviamo a Kristiansund, il cui centro abitato esteso ci fa perdere parecchio tempo nel suo attraversamento, a cusa del traffico a cui non siamo più abituati. Proseguiamo sulla 64 che porta alla strada atlantica. Arrivati in un punto panoramico, parcheggiamo la moto e a piedi percorriamo il sentiero, tutto in passerella, che permette di camminare sugli scogli per ammirare il panorama marino. Da lì si ha un’ottima visuale del ponte curvo a schiena d’asino che s’alza nel punto più alto della strada, costruita su diversi isolotti. Ripartiti sostiamo più avanti per scattare foto anche dall’altro lato del ponte. Infine, soddisfatti, proseguiamo lasciando la 64 e imboccando la 663, una strada secondaria che conduce al villaggio di pescatori di Bud. Siccome sono quasi le 14 e abbiamo fame seguiamo l’indicazione per Hustadvika Gjestegård N62°59.163' E7°6.998'. Giungiamo ad un complesso turistico molto bello al cui hotel ristorante possiamo rifocillarci, gustando gamberettigamberi freschissimi e insalata di rucola, annaffiati da due calici di vino bianco, affacciati sulle acque blu del mar di Norvegia. Un’ora dopo risaliti in moto proseguiamo per la nostra destinazione. Bud è un gruppo di casette rosse affacciate su un’insenatura protetta, una chiesa un negozio e tante barche. Scattiamo alcune foto e ripartiamo diretti a Molde. Giunti in città cerchiamo un albergo vicino al centro per poter girare a piedi. Infatti abbiamo deciso di fermarci anche il giorno seguente per riposarci e lasciar passare la perturbazione che è segnalata in arrivo domani. Troviamo una camera al Comfort hotel Nobel N62°44.152' E7°9.258' e depositati i bagagli andiamo a fare quattro passi. Ci sediamo ai tavolini di un bar all’aperto per un aperitivo.
nobelPer cena torniamo allo stesso bar ristorante, stavolta però ci sediamo all’interno perché il tempo è cambiato.

 

 

 

7 agosto
Molde
Il suono della pioggia ci sveglia, dato che abbiamo tutta la giornata libera, poltriamo un po’.
Dopo colazione, ben coperti e muniti di due ombrellini, sfidiamo le intemperie e passeggiamo per le due vie principali della città cosiddetta delle rose, ma anche del jazz, difatti ogni estate vi si tiene un importante festival. Davanti al Municipio sorge la statua in bronzo di una ragazza che tiene tra le mani un cesto di rose. Scendiamo al porto, ma soffia forte il vento per cui ci rintaniamo in un simpatico locale, bar panetteria, dove consumiamo un pasto squisito a base di pane nero, formaggi, verdure e…fette di torta deliziose.
Torniamo poi in albergo dato che continua a piovere e non c’è molto da fare. Verso le 18 usciamo nuovamente. Ha smesso di piovere, così passeggiamo sul molo a cui è attraccata una nave dell’Hurtigruta, il postale dei fiordi. Ceniamo nel bel locale a fianco dell’albergo dove mangiamo dell’ottimo pesce. Poi passeggiamo sul molo per ammirare il tramonto: nuvole grigio rosee indugiano sulle cime bianche di neve della catena di monti sulla sponda opposta del fiordo; diversi battelli solcano le sue acque spostandosi tra le isole o da una riva all’altra.  

8 agosto
Molde-Vindedal camping (dopo Lærdal) km 410
Purtroppo anche stamattina il tempo non promette nulla di buono. Non piove, ma grandi nuvole  coprono il cielo. Saliti in moto imbocchiamo la strada 64 che con una galleria sottomarina supera un braccio di mare. Risaliti sull’isola di Bolsøya dopo pochi chilometri prendiamo il ferry per attraversare il Langfjorden. Sbarcati a Åfarnes proseguiamo sulla 64 che costeggia il fiordo fino a Rauma, da dove procediamo per la famosa Trollstigen o Scala dei Troll. La strada sale con stretti tornanti, arrampicandosi sulla montagna che chiude la valle. Lo scenario è spettacolare: cascate spumeggianti e quasi ad ogni curva un punto panoramico sulla valle o sulle cascate. Peccato solo che percorrono la scala dei Troll numerosi veicoli e pullman turistici per cui si procede lentamente.
Notiamo venditrici di fragole lungo la strada. Qui, nonostante l’altitudine il clima è mite e le fragole crescono bene. Dobbiamo rinunciare ad acquistarle perché non abbiamo posto dove metterle. Ci fermiamo a Valldalen in un grazioso ristorante che espone una lavagnetta col menu del giorno: rømmegrøt (pappa di panna doppia acida). Ce la gustiamo beatamente seduti nell’accogliente locale.
Rifocillati ripartiamo. La strada termina nel fiordo a Linge, quindi breve traversata in traghetto per oltrepassare il Norddalsfjord e proseguire il nostro viaggio attraverso uno scenario alpino bellissimo. La strada è stretta e, quando sbuchiamo in vista del Geiranger fjord, diventa difficile fermarsi per ammirare lo scenario e scattare foto, per via dei pullman che salgono e scendono, costringendo noi e altri veicoli a fermarci ad ogni curva per consentir loro di manovrare. Malediciamo più volte i pirla dei viaggi organizzati e fuggiamo letteralmente da lì. Per fortuna conserviamo un bellissimo ricordo dello stesso percorso e del fiordo, visitato vent’anni fa in auto e in ben altre condizioni. Imbocchiamo la veloce strada n° 15 e giunti a Lom svoltiamo sulla n° 55. E’una bella strada di montagna che attraversa il Sognefiell all’interno dello Jotunheimen, dove si trovano le cime più alte della Norvegia. C’è ancora parecchia neve a bordo strada e ancora di più ne troviamo sulla stradina che inforchiamo dopo, diretti a Øvre Årdal. Siamo piombati a capofitto nell’inverno. La temperatura, già bassa prima, ora scende a 2-3°. La moto corre tra pareti di neve in alcuni tratti. E’ bello alla fine vedere apparire giù, giù, in basso, le verdi acque del fiordo. In breve tempo scendiamo ad Øvre Årdal situata alla fine di uno stretta ramificazione del Sognefjorden. Girovaghiamo per il paese alla ricerca di un posto dove dormire. Non troviamo nulla, neanche ad un camping 5 chilometri più in là. Decidiamo quindi di proseguire per Årdalstangen, ma anche qui non c’è posto, per via di un festival rock tutte le strutture sono al completo. Cominciamo a preoccuparci perché sono passate le 18 e il successivo paese, Lærdalsøyri, è a circa 30 chilometri. Proseguiamo quindi velocemente. Giunti a Lærdal pullman turistici sono parcheggiati davanti all’unico hotel dove, ovviamente, non hanno posto. Ci precipitiamo al vicino campeggio,ma c’è gente in coda…anche qui ci dicono di essere al completo! Restano solo alcuni posti tenda. Noi però l’abbiamo lasciata a casa! Non ci sono altri paesi oltre perché una decina di chilometri dopo la strada termina e si può solo prendere un traghetto. Sento la frustrazione salire e mi viene quasi da piangere. Urlo a Knut “ Fai qualcosaaa!!! Torna dal tizio alla reception e imploralo di trovarci qualunque cosa, anche un buco dove stendere i sacchi a pelo!!” Knut ritenta e…miracolo! Solidarietà tra norvegesi, mha! Sta di fatto che il connazionale sussurra” forse a Vindedal trovate… un’ora fa avevano ancora tre Hytter”… Miihh! Sembriamo due invasati che vindedalcorrono su una motorazzo verso Vindedal, situato dove la strada termina nel fiordo. Il camping si trova alla fine di una breve sterrata, dietro una fattoria. Miracolosamente il fattore ci assegna l’ULTIMA piccola casetta rossa, disseminata come le altre tra i meli. Abbiamo un dejavu. Siamo già stati qui!...nel ’91! Proprio così; i ricordi riaffiorano, mentre smontiamo i bagagli e li sistemiamo, nella sera che all’improvviso è scesa. Vindedal Camping N61°7.172' E7°19.958'

 

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