
 28 agosto
       Kemerovo-Chany ( 665 km.)
    
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       Anche oggi Giove Pluvio ci ha dispensato una buona dose di acqua!  Dannazione…comincio a detestare la Siberia…Nota positiva: sono rovesci che  vanno e vengono, la strada ha un buon asfalto, per lo più nuovo, che ci  permette di viaggiare spediti. Verso le 16,45 decidiamo di fermarci per la  notte ad un caffè
Anche oggi Giove Pluvio ci ha dispensato una buona dose di acqua!  Dannazione…comincio a detestare la Siberia…Nota positiva: sono rovesci che  vanno e vengono, la strada ha un buon asfalto, per lo più nuovo, che ci  permette di viaggiare spediti. Verso le 16,45 decidiamo di fermarci per la  notte ad un caffè  sulla strada N55°16.057' E76°48.907', vicino al paese di Chany, che ci offre una stanza  dignitosa e, soprattutto, pulita, provvista di bagno e doccia, per 1400 Rubli.
sulla strada N55°16.057' E76°48.907', vicino al paese di Chany, che ci offre una stanza  dignitosa e, soprattutto, pulita, provvista di bagno e doccia, per 1400 Rubli.
29 agosto
      Chany- Berdyuzhye ( 698 Km )
    
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    Solee!!! E’ incredibile come tutto cambi con il sole, anche  le solite betulle paiono belle!  Durante una sosta per un caffè abbiamo conosciuto  un simpatico signore sulla settantina, sorridente e gioviale. Mentre ci stavamo  sistemando sulla moto, in procinto di partire, si è accostato a noi con l’auto  e ci ha chiesto da quale Paese venissimo. Alla risposta “ Italia” ha sorriso,  acceso lo stereo a tutto volume e …ha iniziato a cantare, con voce tenorile,  una canzone russa. Ci ha poi mostrato diversi cd in cui appariva, in diverse  fasi della vita, e con la chitarra in mano, spiegandoci di essere un cantante.  Ha poi voluto farsi fotografare con Cristina, e, presala a braccetto ha  intonato “ O sole mio” prontamente accompagnato da lei che adora cantare. Infine  ci ha chiesto se volevamo comprare uno dei suoi cd. Ne abbiamo acquistato uno  sul quale ci ha scritto una dedica, l’indirizzo e il numero di cellulare, poi  ci ha
Durante una sosta per un caffè abbiamo conosciuto  un simpatico signore sulla settantina, sorridente e gioviale. Mentre ci stavamo  sistemando sulla moto, in procinto di partire, si è accostato a noi con l’auto  e ci ha chiesto da quale Paese venissimo. Alla risposta “ Italia” ha sorriso,  acceso lo stereo a tutto volume e …ha iniziato a cantare, con voce tenorile,  una canzone russa. Ci ha poi mostrato diversi cd in cui appariva, in diverse  fasi della vita, e con la chitarra in mano, spiegandoci di essere un cantante.  Ha poi voluto farsi fotografare con Cristina, e, presala a braccetto ha  intonato “ O sole mio” prontamente accompagnato da lei che adora cantare. Infine  ci ha chiesto se volevamo comprare uno dei suoi cd. Ne abbiamo acquistato uno  sul quale ci ha scritto una dedica, l’indirizzo e il numero di cellulare, poi  ci ha  stretto le mani e raccomandato di fare ascoltare la sua musica in  Italia…Ci ha fatto tenerezza e siamo ripartiti col sorriso sulle labbra.
stretto le mani e raccomandato di fare ascoltare la sua musica in  Italia…Ci ha fatto tenerezza e siamo ripartiti col sorriso sulle labbra.
      Più tardi abbiamo  passato un altro fuso orario, il terzo da quando siamo entrati in Siberia,  tirando indietro di un’ora le lancette degli orologi. Adesso  siamo solo 2 ore  avanti rispetto a Mosca e 3 rispetto all’Italia. Gli ultimi 80 km. sono stati molto  faticosi perché, ormai stanchi, abbiamo dovuto procedere su ciò che non si  poteva più definire strada tanto era in pessime condizioni! Oltretutto in coda  e senza poter superare le decine e decine di mezzi pesanti. Il sole è  tramontato e iniziamo a preoccuparci perché non abbiamo più visto alcun  cartello che segnalasse un
siamo solo 2 ore  avanti rispetto a Mosca e 3 rispetto all’Italia. Gli ultimi 80 km. sono stati molto  faticosi perché, ormai stanchi, abbiamo dovuto procedere su ciò che non si  poteva più definire strada tanto era in pessime condizioni! Oltretutto in coda  e senza poter superare le decine e decine di mezzi pesanti. Il sole è  tramontato e iniziamo a preoccuparci perché non abbiamo più visto alcun  cartello che segnalasse un  Motel, caffè e neppure un benzinaio ormai da più di  cento km. Così, appena scorgiamo l’insegna di un caffè N55°48.076' E68°21.118' ci fermiamo e chiediamo  se hanno camere libere. Alla risposta affermativa accettiamo di buon grado una  spartana stanza, va benissimo anche perché ci costa solo 950 Rubli, il prezzo  più basso finora pagato in Russia per dormire.
Motel, caffè e neppure un benzinaio ormai da più di  cento km. Così, appena scorgiamo l’insegna di un caffè N55°48.076' E68°21.118' ci fermiamo e chiediamo  se hanno camere libere. Alla risposta affermativa accettiamo di buon grado una  spartana stanza, va benissimo anche perché ci costa solo 950 Rubli, il prezzo  più basso finora pagato in Russia per dormire.
Sull'altro lato della strada c'è persino un benzinaio:-).
 30 agosto
       Berdyuzhye-Chelyabinsk 506 km
    
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    Giornata di veloce  trasferimento allietata da uno splendido sole. La temperatura ha  toccato i 30°  nelle ore centrali; non eravamo più abituati!
toccato i 30°  nelle ore centrali; non eravamo più abituati!
      La strada presenta  tratti dissestati alternati a tratti con asfalto nuovo, e ciò ci consente di  tenere una buona media. Attraversiamo una zona costellata di laghi e paludi,  regno di uccelli di ogni tipo. Peccato sia difficile riuscire a fotografarli  mentre si guida. Abbiamo superato a più riprese una coppia tedesca, a bordo di  un  Unimog, conosciuta il giorno prima durante una breve sosta alla ricerca di  un posto dove dormire. Mentre pranziamo in uno dei vari caffè che s’incontrano  a lato della strada ( non mi azzardo più a prendere la zuppa col pane) veniamo  raggiunti dalla coppia tedesca, con la quale scambiamo quattro chiacchiere.  Durante il percorso ci fermiamo spesso a fotografare i cartelli indicatori che  si susseguono al cambio di provincia e di regione.
Unimog, conosciuta il giorno prima durante una breve sosta alla ricerca di  un posto dove dormire. Mentre pranziamo in uno dei vari caffè che s’incontrano  a lato della strada ( non mi azzardo più a prendere la zuppa col pane) veniamo  raggiunti dalla coppia tedesca, con la quale scambiamo quattro chiacchiere.  Durante il percorso ci fermiamo spesso a fotografare i cartelli indicatori che  si susseguono al cambio di provincia e di regione.
      Giunti a Cheliabinsk troviamo una camera all’hotel Aurora  N55°7.848' E61°26.033' per 3800 Rubli. Meno male che ieri abbiamo risparmiato!
31 agosto
       Chelyabinsk-Staro Kalmascevo  502 km.
    
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    Stamattina il cielo è plumbeo e piove decisamente… La  pioggia ci accompagnerà durante  tutta la giornata mentre procediamo a rilento  sulla M5, la strada che conduce a Mosca attraversando gli Urali. Che emozione è  stato rimettere le ruote sul suolo europeo dopo più di due mesi! Addio Asia,  addio Siberia…Il traffico su quest’arteria è impressionante! Si procede a  rilento perché è difficile riuscire a superare le file di camion. Ad una sosta  per bere un caffè scambiamo quattro chiacchiere con la solita coppia tedesca  dell’Unimog che si è fermata allo stesso caffè. Parlando con loro scopriamo che  viaggeremo lungo la stessa rotta, ma, mentre noi ci fermeremo a
tutta la giornata mentre procediamo a rilento  sulla M5, la strada che conduce a Mosca attraversando gli Urali. Che emozione è  stato rimettere le ruote sul suolo europeo dopo più di due mesi! Addio Asia,  addio Siberia…Il traffico su quest’arteria è impressionante! Si procede a  rilento perché è difficile riuscire a superare le file di camion. Ad una sosta  per bere un caffè scambiamo quattro chiacchiere con la solita coppia tedesca  dell’Unimog che si è fermata allo stesso caffè. Parlando con loro scopriamo che  viaggeremo lungo la stessa rotta, ma, mentre noi ci fermeremo a  Kazan per  visitarla, loro non potranno farlo, dato che al loro veicolo è interdetto  l’accesso nelle città, per via del peso del mezzo! Entrati nel Baskortostan,  territorio musulmano poiché molti dei abitanti discendono dai Tatari, ci dirigiamo  verso la capitale, Ufa la città si estende (per circa 60 km.) tra due grandi fiumi.  Ci piacerebbe fermarci
Kazan per  visitarla, loro non potranno farlo, dato che al loro veicolo è interdetto  l’accesso nelle città, per via del peso del mezzo! Entrati nel Baskortostan,  territorio musulmano poiché molti dei abitanti discendono dai Tatari, ci dirigiamo  verso la capitale, Ufa la città si estende (per circa 60 km.) tra due grandi fiumi.  Ci piacerebbe fermarci  un paio d’ore per visitarla, ma vi è un traffico pazzesco,  causato dall’allagamento di alcuni quartieri, a causa delle intense  precipitazioni degli ultimi giorni, e dalle condizioni disastrose di molte  strade, che decidiamo di soprassedere. L’attraversamento di Ufa ci richiede  comunque parecchio tempo e solo verso le 17,30 arriviamo al paese di Staro  Kalmascevo, dove siamo attesi dalla famiglia di Fayruza. Giunti al villaggio,  mentre ci domandiamo dove sarà la casa dell’amica, abbiamo un colpo di fortuna.  Ci dirigiamo verso un uomo, appena sceso da un auto, per chiedere indicazioni e  scopriamo che…è Ilmir, il fratello di Fayruza, che si
un paio d’ore per visitarla, ma vi è un traffico pazzesco,  causato dall’allagamento di alcuni quartieri, a causa delle intense  precipitazioni degli ultimi giorni, e dalle condizioni disastrose di molte  strade, che decidiamo di soprassedere. L’attraversamento di Ufa ci richiede  comunque parecchio tempo e solo verso le 17,30 arriviamo al paese di Staro  Kalmascevo, dove siamo attesi dalla famiglia di Fayruza. Giunti al villaggio,  mentre ci domandiamo dove sarà la casa dell’amica, abbiamo un colpo di fortuna.  Ci dirigiamo verso un uomo, appena sceso da un auto, per chiedere indicazioni e  scopriamo che…è Ilmir, il fratello di Fayruza, che si  presenta e ci accompagna  a casa dei genitori, dove riceviamo una calorosa accoglienza da parte di tutta  la famiglia, tanto che ci sentiamo subito come a casa. In nostro onore hanno  preparato una cena tatara: zuppa all’aneto con tagliolini fatti in casa, lesso  con verdure, pollo al forno, insalata russa, insalata di cavolo, dolci e  frutta. Durante la cena conversiamo con Vera, una zia, insegnante d’inglese e  che funge da interprete. La serata trascorre piacevolmente, rallegrata dai  sorrisi dei bambini, Amelia, la piccola di 2 anni, sveglia e birbantella,  Damir, 7 anni che m’insegna
presenta e ci accompagna  a casa dei genitori, dove riceviamo una calorosa accoglienza da parte di tutta  la famiglia, tanto che ci sentiamo subito come a casa. In nostro onore hanno  preparato una cena tatara: zuppa all’aneto con tagliolini fatti in casa, lesso  con verdure, pollo al forno, insalata russa, insalata di cavolo, dolci e  frutta. Durante la cena conversiamo con Vera, una zia, insegnante d’inglese e  che funge da interprete. La serata trascorre piacevolmente, rallegrata dai  sorrisi dei bambini, Amelia, la piccola di 2 anni, sveglia e birbantella,  Damir, 7 anni che m’insegna  l’alfabeto russo e la dolce Alina, che  sorride timidamente. Più tardi Lala, la padrona di casa, ci invita alla “banya”  la sauna russa. Accettiamo con piacere quella che si rivelerà un’ottima idea.  Veniamo condotti  ad una casetta di  legno, nel cortile, che consta di tre ambienti. Il primo è lo spogliatoio, da dove  si entra in una stanza calda nella quale si trovano dei catini e i rubinetti  dell’acqua calda e fredda; una porta conduce nella sauna vera e propria, e, una  volta
l’alfabeto russo e la dolce Alina, che  sorride timidamente. Più tardi Lala, la padrona di casa, ci invita alla “banya”  la sauna russa. Accettiamo con piacere quella che si rivelerà un’ottima idea.  Veniamo condotti  ad una casetta di  legno, nel cortile, che consta di tre ambienti. Il primo è lo spogliatoio, da dove  si entra in una stanza calda nella quale si trovano dei catini e i rubinetti  dell’acqua calda e fredda; una porta conduce nella sauna vera e propria, e, una  volta  entrati, ci sediamo sulle panche di legno. Ne usciamo dopo una quindicina  di minuti e, nella stanza calda dei catini, ci rovesciamo addosso l’acqua  fredda…al primo momento è uno sciock! ma…che sensazione di benessere assoluto  ci pervade dopo! Tutta la stanchezza della giornata è scivolata via come per  incanto!
entrati, ci sediamo sulle panche di legno. Ne usciamo dopo una quindicina  di minuti e, nella stanza calda dei catini, ci rovesciamo addosso l’acqua  fredda…al primo momento è uno sciock! ma…che sensazione di benessere assoluto  ci pervade dopo! Tutta la stanchezza della giornata è scivolata via come per  incanto!
1 settembre
       Staro Kalmascevo
 La notte è trascorsa  dormendo della grossa sotto ai  caldi piumini. Al risveglio veniamo fatti  accomodare al tavolo della cucina per consumare la colazione in compagnia dei  padroni di casa. Lala ha preparato una montagna di pancakes, che divoriamo spalmandoli  con le ottime marmellate di lamponi e ribes nero, fatte da lei. Ci offrono  anche del miele ottenuto dalle loro api. Più tardi uno dei figli, Azamat, viene  a prenderci per condurci alla scuola del villaggio, dove
caldi piumini. Al risveglio veniamo fatti  accomodare al tavolo della cucina per consumare la colazione in compagnia dei  padroni di casa. Lala ha preparato una montagna di pancakes, che divoriamo spalmandoli  con le ottime marmellate di lamponi e ribes nero, fatte da lei. Ci offrono  anche del miele ottenuto dalle loro api. Più tardi uno dei figli, Azamat, viene  a prenderci per condurci alla scuola del villaggio, dove  siamo attesi. E’ il  primo giorno di scuola in tutta la Russia e l’usanza vuole che, dalle 10 in poi, entrino anche i  genitori e i parenti degli alunni. Vera ci fa da guida, facendoci visitare i  diversi ambienti della scuola. Entriamo anche in alcune aule, interrompendo le  lezioni, perché vuole presentarci agli alunni e ai suoi colleghi. Siamo un po’  imbarazzati ad essere oggetto di tanta attenzione. Il mio imbarazzo cresce  quando mi viene chiesto di salutare i bambini in inglese ed italiano. Una  ventina di facce curiose mi osservano, mentre Vera spiega ai bambini chi siamo  e da
siamo attesi. E’ il  primo giorno di scuola in tutta la Russia e l’usanza vuole che, dalle 10 in poi, entrino anche i  genitori e i parenti degli alunni. Vera ci fa da guida, facendoci visitare i  diversi ambienti della scuola. Entriamo anche in alcune aule, interrompendo le  lezioni, perché vuole presentarci agli alunni e ai suoi colleghi. Siamo un po’  imbarazzati ad essere oggetto di tanta attenzione. Il mio imbarazzo cresce  quando mi viene chiesto di salutare i bambini in inglese ed italiano. Una  ventina di facce curiose mi osservano, mentre Vera spiega ai bambini chi siamo  e da  dove veniamo. Oggi gli alunni vestono in modo particolare, elegante: i  maschi indossano  completi grigi o e  camicie bianche, le bambine abiti scuri sui quali indossano bianchi grembiulini  di pizzo, portano anche grandi fiocchi bianchi tra i capelli. Sono tutti molto  educati e attenti. Dopo aver visitato le aule di tecnologia, di musica ed altri  ambienti Vera ci accompagna nel salone, dove la dirigente della scuola sta  tenendo il discorso inaugurale. Il salone è stracolmo di gente sia seduta sia  in piedi che si accalca per vedere gli scolari. Ci facciamo strada fino all’altro  lato della sala dove sosta la classe dei bambini di seconda, tra i quali c’è  Damir. La cerimonia si protrae per più di un’ora. Ad un certo punto vengo  invitata a tenere un discorso augurale agli studenti, in inglese ed italiano. Sospinta  da Vera acconsento volentieri e faccio del mio meglio. Vengo ripagata con  grandi sorrisi, applausi ed un mazzo di fiori. La cerimonia si conclude con la  presentazione dei “primini” che si presentano e recitano una frase ognuno. Sono  meravigliata dal fatto che i piccoli abbiano atteso per tutto il tempo in  piedi, in silenzio, stringendo tra le mani ognuno un mazzo di fiori. ed  aspettando ordinatamente il proprio turno. La cerimonia ha termine con il suono  di una campanella agitata dal ragazzo più grande, un liceale che aveva poc’anzi  ricevuto il diploma, e che, preso per mano uno dei piccoli, ha dato il via ad  un “trenino” al quale si sono aggregati gli altri piccoli, accompagnati da  quella che sarà la loro insegnante. Al termine della cerimonia mi faccio dare  l’indirizzo mail della scuola con la promessa di tenere i contatti per una  sorta di gemellaggio tra la mia scuola e la loro. Knut nel  frattempo ha scattato numerose foto. Dopo aver visitato il piccolo museo, la  serra e i campi, coltivati ad ortaggi dagli studenti, usciamo dal complesso  scolastico insieme a Vera e ai due nipoti, Damir e Alina, per far ritorno a  casa. A casa scambiamo
dove veniamo. Oggi gli alunni vestono in modo particolare, elegante: i  maschi indossano  completi grigi o e  camicie bianche, le bambine abiti scuri sui quali indossano bianchi grembiulini  di pizzo, portano anche grandi fiocchi bianchi tra i capelli. Sono tutti molto  educati e attenti. Dopo aver visitato le aule di tecnologia, di musica ed altri  ambienti Vera ci accompagna nel salone, dove la dirigente della scuola sta  tenendo il discorso inaugurale. Il salone è stracolmo di gente sia seduta sia  in piedi che si accalca per vedere gli scolari. Ci facciamo strada fino all’altro  lato della sala dove sosta la classe dei bambini di seconda, tra i quali c’è  Damir. La cerimonia si protrae per più di un’ora. Ad un certo punto vengo  invitata a tenere un discorso augurale agli studenti, in inglese ed italiano. Sospinta  da Vera acconsento volentieri e faccio del mio meglio. Vengo ripagata con  grandi sorrisi, applausi ed un mazzo di fiori. La cerimonia si conclude con la  presentazione dei “primini” che si presentano e recitano una frase ognuno. Sono  meravigliata dal fatto che i piccoli abbiano atteso per tutto il tempo in  piedi, in silenzio, stringendo tra le mani ognuno un mazzo di fiori. ed  aspettando ordinatamente il proprio turno. La cerimonia ha termine con il suono  di una campanella agitata dal ragazzo più grande, un liceale che aveva poc’anzi  ricevuto il diploma, e che, preso per mano uno dei piccoli, ha dato il via ad  un “trenino” al quale si sono aggregati gli altri piccoli, accompagnati da  quella che sarà la loro insegnante. Al termine della cerimonia mi faccio dare  l’indirizzo mail della scuola con la promessa di tenere i contatti per una  sorta di gemellaggio tra la mia scuola e la loro. Knut nel  frattempo ha scattato numerose foto. Dopo aver visitato il piccolo museo, la  serra e i campi, coltivati ad ortaggi dagli studenti, usciamo dal complesso  scolastico insieme a Vera e ai due nipoti, Damir e Alina, per far ritorno a  casa. A casa scambiamo  due chiacchiere io con Lala e Knut con Alfred, poi ci  sediamo a tavola e pranziamo con tutta la famiglia. Per  digerire e per lasciare un po’ tranquilli i nostri ospiti, Knut ed io facciamo  una passeggiata arrivando fino al fiume. La pioggia però ci fa ritornare indietro  in fretta. Trascorso un paio d’ore veniamo invitati da Alfred e dal figlio  Azamat a visitare il villaggio. Accettiamo di buon grado e saliamo sull’auto di  Azamat insieme ad Alfred e ai nipotini. Alfred ci mostra con orgoglio la
due chiacchiere io con Lala e Knut con Alfred, poi ci  sediamo a tavola e pranziamo con tutta la famiglia. Per  digerire e per lasciare un po’ tranquilli i nostri ospiti, Knut ed io facciamo  una passeggiata arrivando fino al fiume. La pioggia però ci fa ritornare indietro  in fretta. Trascorso un paio d’ore veniamo invitati da Alfred e dal figlio  Azamat a visitare il villaggio. Accettiamo di buon grado e saliamo sull’auto di  Azamat insieme ad Alfred e ai nipotini. Alfred ci mostra con orgoglio la   moschea, di recente costruzione, e ci fa salire all’interno del minareto. Poi è  la volta della visita alla Casa del Popolo, davanti alla quale si erge una  statua di Lenin ( qui non l’hanno abbattuta, a differenza di quanto accaduto in  altri paesi). Poi Azamat guida l’auto fuori dal paese, lungo le stradine  fangose fino a giungere in un punto panoramico. Mentre i bambini corrono felici  tra l’erba alta io scatto diverse fotografie sia al paesaggio sia ai gentili  ospiti. Più tardi ripetiamo la piacevole esperienza della sauna. Questa volta però  gli ospiti si sono accordati per farci vivere una nuova esperienza. E’ così che  apprendiamo di
moschea, di recente costruzione, e ci fa salire all’interno del minareto. Poi è  la volta della visita alla Casa del Popolo, davanti alla quale si erge una  statua di Lenin ( qui non l’hanno abbattuta, a differenza di quanto accaduto in  altri paesi). Poi Azamat guida l’auto fuori dal paese, lungo le stradine  fangose fino a giungere in un punto panoramico. Mentre i bambini corrono felici  tra l’erba alta io scatto diverse fotografie sia al paesaggio sia ai gentili  ospiti. Più tardi ripetiamo la piacevole esperienza della sauna. Questa volta però  gli ospiti si sono accordati per farci vivere una nuova esperienza. E’ così che  apprendiamo di  dover provare la sauna seguita da “frustate” con i rametti di  betulla: vanno quindi alla banya prima Knut ed Ilmir, poi io
dover provare la sauna seguita da “frustate” con i rametti di  betulla: vanno quindi alla banya prima Knut ed Ilmir, poi io  ed Alina. Sono  contenta di essere con la dolce ragazzina con la quale non provo imbarazzo. In  effetti l’uso dei rametti con le foglie agitati leggermente sul corpo  riattivano la circolazione e danno “una sferzata” d’energia! E’ tardo  pomeriggio ed è arrivata l’ora di cena, per cui ci sediamo a tavola con tutta  la famiglia e gustiamo un altro piatto tipico tataro, una specie di torta  salata ripiena di carne e patate.
ed Alina. Sono  contenta di essere con la dolce ragazzina con la quale non provo imbarazzo. In  effetti l’uso dei rametti con le foglie agitati leggermente sul corpo  riattivano la circolazione e danno “una sferzata” d’energia! E’ tardo  pomeriggio ed è arrivata l’ora di cena, per cui ci sediamo a tavola con tutta  la famiglia e gustiamo un altro piatto tipico tataro, una specie di torta  salata ripiena di carne e patate.
Purtroppo l’allegria della serata è interrotta dalla  telefonata di un vicino di casa che avverte della morte di un congiunto.  Alfred, che è un uomo molto pio, si scusa con noi e si reca immediatamente a  casa dei vicini. Tornerà solo a notte inoltrata…
2 settembre
       Staro Kalmascevo-Kazan  502 km
    
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    Ci alziamo non appena sentiamo che Lala si muove per la  casa, non vogliamo disturbare Alfred, ma neanche abusare dell’ospitalità. Alle  otto siamo pronti e abbiamo impacchettato le nostre case.
      Pensiamo di salutare e partire subito, ma Lala ha già  preparato la colazione e ci invita a sederci al tavolo della cucina con lei e  Alfred. Siamo grati a queste persone così ospitali, che ci hanno dimostrato  affetto e accolto come figli. Dopo colazione li abbracciamo e salutiamo con la  promessa di vederci a Milano, quando Lala verrà per trovare la figlia, che vive  in Italia. Poi saliamo in moto e partiamo. Anche oggi piove e la temperatura è   di 6°. Si mantiene tra i 6 e i 9° per tutta la mattinata.
di 6°. Si mantiene tra i 6 e i 9° per tutta la mattinata.
      C’è poco da vedere se non grigio, enormi pozzanghere d’acqua  ai lati della strada e fango. Anche il vento non scherza stamattina e quando il  riscaldamento nei guanti e nel gilet Klan non basta più, ci fermiamo nei caffè  lungo la strada per scaldarci un po’. I piedi sono quelli che patiscono di più  perché, non si sa come, l’acqua entra negli stivali ( Styl Martin) che  calziamo. Al ritorno in Italia ci faremo sentire!
    Dopo tanta pioggia,  vento e freddo, arriviamo a Kazan con il sole. Visioniamo un paio di hotel, poi  scegliamo l’hotel Giuseppe N55°47.648' E49°06.880' perché è situato in centro, a pochi passi dal  complesso del Kremlino, ed ha un prezzo abbordabile.
 3 settembre
       Kazan
      Giornata dedicata interamente  alla visita di questa bella città, Patrimonio dell’Umanità,  il cui nucleo  antico sorge tra due fiumi: il Volga e il Kazanka. Il lago interno, Nizhny  Kaban, è proprio in centro. Abbiamo avuto la fortuna di
il cui nucleo  antico sorge tra due fiumi: il Volga e il Kazanka. Il lago interno, Nizhny  Kaban, è proprio in centro. Abbiamo avuto la fortuna di  una giornata di sole,  che ci ha consentito di stare all’aperto e di godere del piacere di camminare  per le strade della città. La vista è iniziata dallo splendido complesso del  Kremlino, all’interno delle cui bianche mura si celano i gioielli della Moschea  di Kul Sharif e della cattedrale ortodossa dell’Annunciazione. Più in là si  eleva un’antica torre, in mattoni, inclinata come la torre di Pisa. Lungo la  via principale del Kremlino si susseguono bei palazzi che ospitano uffici  governativi e i Musei: National
una giornata di sole,  che ci ha consentito di stare all’aperto e di godere del piacere di camminare  per le strade della città. La vista è iniziata dallo splendido complesso del  Kremlino, all’interno delle cui bianche mura si celano i gioielli della Moschea  di Kul Sharif e della cattedrale ortodossa dell’Annunciazione. Più in là si  eleva un’antica torre, in mattoni, inclinata come la torre di Pisa. Lungo la  via principale del Kremlino si susseguono bei palazzi che ospitano uffici  governativi e i Musei: National  Gallery Khazine, Memorial Museum Complex e il  Museo di Storia naturale della Repubblica di Tatarstan. Al termine delle visite  ai siti ci siamo divertiti a curiosare nei negozietti di souvenir e artigianato  che hanno sede nelle mura vicino all’ingresso. Ci siamo poi
Gallery Khazine, Memorial Museum Complex e il  Museo di Storia naturale della Repubblica di Tatarstan. Al termine delle visite  ai siti ci siamo divertiti a curiosare nei negozietti di souvenir e artigianato  che hanno sede nelle mura vicino all’ingresso. Ci siamo poi  diretti alla Peter  and Paul Cathedral, il cui interno rifulge di
diretti alla Peter  and Paul Cathedral, il cui interno rifulge di  icone dorate e alla Cattedrale  dell’Epifania di Nostro Signore, più interessante all’esterno, per la bella  torre campanaria. Per pranzo ci siamo seduti in un caffè situato nella zona  universitaria. Nel pomeriggio abbiamo passeggiato per le vie del centro,  ammirando le facciate di alcuni edifici ottocenteschi, tra cui Ushkova’s House dove  ha sede la National   Library, in stile “ Gaudiano”. Cammina, cammina siamo giunti  sino al lago dove abbiamo sostato su un belvedere fiorito per ammirare la vista  della città che si specchia nelle verdi acque.
icone dorate e alla Cattedrale  dell’Epifania di Nostro Signore, più interessante all’esterno, per la bella  torre campanaria. Per pranzo ci siamo seduti in un caffè situato nella zona  universitaria. Nel pomeriggio abbiamo passeggiato per le vie del centro,  ammirando le facciate di alcuni edifici ottocenteschi, tra cui Ushkova’s House dove  ha sede la National   Library, in stile “ Gaudiano”. Cammina, cammina siamo giunti  sino al lago dove abbiamo sostato su un belvedere fiorito per ammirare la vista  della città che si specchia nelle verdi acque. Siamo poi rientrati in hotel stanchi,  ma felici per la bella giornata trascorsa.
 Siamo poi rientrati in hotel stanchi,  ma felici per la bella giornata trascorsa.


