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moto

 7 luglio
E’ giunto il momento di partire. Ci siamo rilassati a sufficienza ed ora desideriamo solo riprendere la strada. Salutiamo Ivan e Ana e brooommm…siamo “On the road again”. A Sobra riusciamo a salire sul ferry delle 12,30 che ci riporta sulla penisola di Sabbioncello. In breve passiamo Dubrovnik, superata la quale giungiamo al confine bosniaco. Non appena entriamo in Bosnia moderiamo la velocità, ricordando fin troppo bene le due multe prese tre anni fa. La strada verso nord e il Sutieska Nacional Park è molto bella e per nulla trafficata. Anche  questa volta scattiamo un paio difoto al monumento ai partigiani, poi alle particolari formazioni rocciose. Nel tardo pomeriggio arriviamo a poca distanza dal confine con il Montenegro. Decidiamo di pernottare al Tara Rafting Camping N43°22.124 E18°47.754. Ci siamo stati tre anni fa, ma questa volta dobbiamo attendere quasi un’ora prima che ci accettino. Il camping è quasi al completo e continua ad arrivare gente che ha prenotato.  Finalmente ci assegnano un bungalow. Consiste di un’angusta stanzetta caldissima, sotto il tetto, di una serie di tre bungalow a due piani. E’ un forno! Scaricato solo il necessario Knut parcheggia la moto vicino alla scala d’accesso, poi scappiamo al bar, dove ci sediamo ai tavoli di legno e ordiniamo due birre. Alle 20,30 iniziano a servire la cena, compresa nel prezzo, che è ottima e abbondante come ricordavamo, adatta a chi ha bruciato energie facendo rafting.

8 luglio
Al risveglio un’umida nebbiolina sale dal fiume e avvolge tutto. Torniamo a letto. Alle 8, orario in cui servono la colazione, ci sediamo ai tavoloni nella zona bar. In breve ci viene servita una  colazione…  pantagruelica! Enormi fette di pane appena sfornato, 4 uova al tegamino, salumi, formaggio fresco, burro, miele… ma come si fa a inghiottire tutto questo cibo? Ingurgitiamo tutto quello che riusciamo a mandare giù, poi paghiamo il conto e torniamo alla nostra cavalcatura, ancora bagnata per l’umidità. A malapena riusciamo a chiudere le lampo delle giacche… Satolli come mai saliamo in moto e partiamo. La dogana bosniaca di Hum è situata all’inizio di un ponte sul fiume Drina. pratiNon ci sono altri veicoli a precederci, quindi in 10 minuti siamo fuori, attraversiamo il ponte e arriviamo a quella montenegrina. Anche qui non c’è coda; mostriamo i passaporti e in breve siamo oltre. La strada che percorriamo è splendida: costeggia il lago artificiale formato dal fiume Piva, che luccica azzurrissimo ai primi raggi del sole. Prendiamo il bivio a sinistra per Trsa. Ora la strada entra ed esce da buie gallerie e s’inerpica sulla montagna con ripidi tornanti. A mano a mano che si sale il panorama si apre. Prati fioriti si stendono ai lati della strada, qualche mucca bruca tranquilla, alcune fattorie, per il resto solo natura allo stato puro: cime scabre, altre coperte di pascoli, formazioni rocciose, sassi, erba…Siamo nel Parco Nazionale del Durmitor. L’unica differenza che notiamo, rispetto a tre anni fa, è che adesso vi sono cartelli indicatori e qualche panchina di legno nei punti panoramici. Fermiamo la nostra cavalla nera per arrampicarci fino ad un punto panoramico sul passo, da cui lo sguardo spazia sui due versanti, per scattare qualche fotografia. Soffia un forte vento e l’aria è fredda…meglio tenere i caschi in testa! Scattate alcune foto e lasciato l’adesivo del nostro sito sul palo indicatore, ripartiamo.  Arrivati a Zabljak, noto centro turistico, cambiamo la valuta croata in euro, poi ci fermiamo per pranzo al ristorante Zlatni Bor, dove mangiamo discretamente con poca spesa. Dopo la sosta pranzo proseguiamo in direzione della Serbia. Attraversato il ponte sul canyon del fiume Tara, proseguiamo per Pljevlja e in breve entriamo in Serbia. Espletate velocemente le formalità doganali sostiamo a Prijepolje per cambiare un po’ di euro in dinari. Ripresa la E763 proseguiamo in direzione di Zlatibor, noto centro per gli sport invernali. Quando entriamo in paese ci sembra di essere in Svizzera: chalet, hotel in stile alpino con i balconi in legno e i gerani… ma un certo caos nella viabilità della piazza principale, bancarelle di ogni tipo, una pista di go kart, una specie di luna park…tutto in quell’unico grande spiazzo  ci fa capire di essere in un paese balcanico, con il suo allegro disordine.
Park_Kod_NoviceImbocchiamo a caso una strada fiancheggiata da hotel e villette finché, arrivati in fondo, c’imbattiamo in una pensione che ci piace: Park Kod Novice N43°43.788 E19°41.603. Hanno posto per una notte. Ci assegnano un piccolo appartamento al piano terra fornito di salotto e zona cucina alla modica cifra di 30 euro, compresa la colazione. La prima impressione della Serbia è buona. Il personale è gentile e cordiale, la cena è ottima e poco costosa.

9 luglio
Dopo colazione carichiamo la moto; l’aria è fresca e splende il sole. La giornata promette bene. Con un rombo partiamo lasciandoci alle spalle Zlatibor, diretti a Mokra Gora, al di sopra della quale si può visitare Drvengrad N43°47.751 E19°30.436, un villaggio rurale fatto costruire dal regista Emir Kusturica per ambientare il suo film “Life is a Miracle”. Parcheggiata la moto, entriamo nel complesso, dopo aver acquistato il biglietto d’ingresso. Il villaggio è costituito da edifici di legno nello stile tradizionale serbo di due secoli fa. Il tutto è pittoresco, ma…molto kitsch. Vi sono parecchi richiami cinematografici interessanti, quali ad esempio la via Fellini o la Bruce Lee Street, ironiche installazioni e persino due automobili degli anni ’50. Terminata la visita riprendiamo la nostra fida Adventure e, tornati al bivio di Kremna, imbocchiamo la stradina che conduce al Tara Nacionalni Park, il percorso tortuoso s’inoltra nei boschi, fa caldo. Finalmente giungiamo all’ingresso, a Golubac, dove prendiamo una  cartina del parco all’ufficio informazioni. Decidiamo di compiere il periplo del Jezero (lago) Zaovine, quindi ad un bivio imbocchiamo la strada in direzione sud. Si va e si va e si va vedendo solo alberi e alberi e alberi che impediscono la visuale sul lago. Dopo parecchio tempo la strada attraversa il lago su una diga, così riusciamo finalmente a vedere le sue acque azzurre. Siamo un po’ delusi, forse perché non è lontanamente paragonabile al Piva Jezero in Montenegro come ci aspettavamo. Nel frattempo s’è fatta l’una, abbiamo fame, così ci fermiamo in un piccolo locale tradizionale all’inizio del ponte N43°51.918 E19°24.785. Ci sediamo sulla terrazza, all’ombra, da cui si gode un panorama splendido: da un lato il lago, dall’altro montagne verdissime e il fiume in fondo a una valle. Dopo pranzo il tempo si guasta e nere nubi temporalesche coprono parte del cielo verso ovest. Saliamo sulla moto e partiamo in fretta, dirigendoci verso Bajina Basta, anonima cittadina sulle rive del fiume Drina. Dopo una breve sosta caffè, usciamo dalla città seguendo una polverosa stradina che costeggia il fiume, in direzione di Valjevo. La strada è grandserpeggiante e divertente, si sale sui monti e il percorso è molto panoramico. Nel tardo pomeriggio la moto si ferma danti al Grand Hotel  N44°16.157 E19°53.103 in pieno centro di Valjievo. La guida Bradt lo dà come il migliore…chissà come sono gli altri! Ci fanno parcheggiare la moto nel cortiletto sul retro dell’albergo…una specie di corridoio lungo e stretto costellato di macerie, ferri vecchi…sembrava una discarica! La camera è spaziosa, ma puzza di fumo e sia la moquette che i mobili e le poltrone sono di un deprimente marrone. Rinfrescati e indossati indumenti leggeri usciamo. Passeggiamo per le vie pedonali del centro, molto animato, poi ci sediamo ai tavolini all’aperto di un bar dove due birre gelate alleviano la nostra sete e il caldo. Poi, attraversato un ponte, ci ritroviamo nella parte vecchia della cittadina, con la strada acciottolata, le vecchie case affacciate sul fiume e una gran quantità di ristoranti, birrerie, locali notturni… Per cena scegliamo uno di  questi locali, affacciato sul fiume, dove ci abbuffiamo con una gigantesca pljeskavica, grigliata di carne speziata, accompagnata da patate fritte e insalata. La notte fatichiamo a chiudere occhio per il caldo afoso e per gli schiamazzi provenienti dalla strada.

 

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