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moto

 BalkanRide 2016
Vacanza o viaggio? Mah! Ancora non lo so.
Il programma iniziale prevedeva una rapida discesa con la nostra BMW R1200 GS Adv lungo la Magistrala, la strada costiera croata, una sosta marina di tre/quattro giorni, per poi mettere ancora una volta le ruote della “bestia”, sul suolo Bosniaco. Da lì attraversare il Montenegro per arrivare infine alla scoperta della Serbia, Paese per noi nuovo, visto che fino ad ora, lo abbiamo solo attraversato.

25 giugno
Gran caldo il giorno della partenza da Milano; insopportabile la pallostrada fino a Trieste, da dove imbocchiamo una statale e finalmente entriamo in Slovenia. Appena parcheggiata la moto davanti ad una Gostilna per pranzare comincia a piovere. Che fortuna! Dopo pranzo riprendiamo la strada sotto una leggera pioggerella, che diventa intensa a tratti, poi, superata la dogana ed entrati in Croazia ritroviamo caldo e afa. Sono le 14,00 e Rijeka ci appare tremolante nell’aria calda, il mare è grigiastro…mai visto così! Percorriamo altri 250 chilometri di curve, di sudore. La marmitta manda su un calore insopportabile, l’aria è immobile...in giro quasi nessuno… finché decidiamo che per oggi ne abbiamo abbastanza e, superata Devcic Draga, ci fermiamo ( percorsi 650 km) davanti ad un piccolo hotel "JURE"N44°21.808 E15°17.360. C’incuriosiscono due moto, realizzate con dei ferri di cavallo a grandezza naturale, poste davanti all’ingresso. Solo la litoranea lo divide dal mare a cui si accede scendendo pochi gradini. La camera climatizzata è graziosa, affaccia su una grande terrazza (30 euro). Ci rinfreschiamo con una doccia e a seguire due Karlovac gelate.
26 giugno
TraghettoPartiamo di buon’ora la mattina seguente. La giornata si preannuncia una replica della precedente. Decidiamo di saltare la visita di Zara e di raggiungere il più rapidamente possibile la nostra meta. Imbocchiamo quindi l’autostrada: direzione Dubrovnik. Lasciamo il nastro bollente tre ore dopo, all’uscita per Ploce, anonima cittadina da cui parte il ferry per Trpanj, sulla penisola di Peliesac. Acquistati i biglietti non abbiamo neanche il tempo di dissetarci che arriva il traghetto. Un’ora di navB&Bigazione e siamo al porto di Trpanj. Pranzo veloce con due pizze e ci lasciamo alle spalle questo triste paese diretti alla più ridente Orebic, posta sul lato ovest della penisola, di fronte all’isola di Korcula. Siamo già stati qui tre anni fa perciò ci dirigiamo a colpo sicuro al b&b conosciuto N42°58.538 E17°11.053, dove affittiamo una camera provvista anche di mobile cucina, Lungomaretavolino e sedie (40 euro al dì).  La sera passeggiamo pigri sul lungomare; ritroviamo i colori, i profumi e i sapori che ricordavamo. Il cielo scolora lentamente, il mare è rosa davanti ai nostri occhi, il pesce è ottimo e il vino pure…la felicità sta nelle piccole cose.

 

27/28 giugno
Trascorrono lente le ore dei due giorni seguenti. La moto percorre stradine già note tra i pini. Prendiamo quella che sale con stretti tornanti al belvedere da cuivista_su_korcula lo sguardo si riempie di blu, spaziando sul braccio di mare tra la penisola e Korcula. Poi la discesa sul versante settentrionale, alla cui fine si trova il piccolo borgo di Loviste e l’azzurro intenso delle sue acque. Usciamo dal paesino costeggiando il mare fino alle ultime villette lovistetra i pini. Da lì un sentiero serpeggia tra la macchia. Parcheggiata l’Adventure scendiamo pochi scalini e siamo sugli scogli. Ci siamo solo noi, il mare e il ronzio degli insetti. Ci ha preso una strana malia, un andamento lento, un desiderio di…boh! Tornati a Orebic la sera ceniamo nell’ottima locanda Karako N42°58.479 E17°11.148 ammirando il tramonto sul mare: pesce freschissimo cucinato con maestria, proprio come ricordavamo e un dolce sublime.

 

 

29/30  giugno
Lasciata Orebic per Trstenik, proseguiamo nell’itinerario che ci faccia ritrovare sapori, colori, luoghi. La strada lascia la costa e s’inoltra all’interno, tra i vigneti ben curati delle numerose aziende vinicole.
Proseguendo verso sud ad un tratto il verde intenso delle pinete lascia il posto a una trstenicdesolata distesa di terra bruciata. I fianchi di intere montagne sono irti degli spuntoni anneriti di quelli che erano alberi. In mezzo a questa rovina scendiamo lungo la strada che conduce alla nostra meta. Il fuoco è arrivato a lambire le case del villaggio, risparmiando solo alcuni alberi. Percorriamo l’unica strada che conduce alla fine del piccolo paese e superato il molo del porticciolo, ci fermiamo davanti alla bianca casetta che ricordavamo. Hanno posto solo per due notti. La padrona di casa ci racconta che l’incendio è scoppiato ad agosto dello scorso anno, quando le temperature toccavano i 40° tutti i giorni e soffiava un vento infernale. Leva le braccia al cielo esclamando:  ” Ci è andata bene! CI siamo salvati tutti e le nostre case non sono bruciate!”
Deposti i bagagli in camera scendiamo alla minuscola spiaggetta di fronte a casa: spiaggia_fronte_casal’acqua è trasparente e freddissima come ricordavamo…troppa gente però…restiamo giusto il tempo di una nuotata, poi saliamo in camera. Meglio riempirsi gli ocpesce_vitacaeechi dei colori del mare e del panorama dal balcone, sorseggiando un freschissimo calice di bianco di Korcula. A cena constatiamo che il ristorante Vitacaee è rimasto all’altezza della sua fama e ne siamo contenti. La mattina seguente, inforcata la moto, ripercorriamo la strada sino a  Trpanj,  oltrepassata la quale stradaproseguiamo  per esplorare la costa nord-orientale della penisola e le belle baie di Duba e Divna. Evitiamo la prima, anche se i colori delle acque sono caraibici, data l’abbondanza di auto parcheggiate a bordo strada e la vista di un camping. Proseguiamo lungo la strada che si fa sempre più stretta e un po’ sconnessa. Attraversiamo il micro paesino di Duba e parcheggiamo l’Adventure al termine della strada, dopo il porto. L’insenatura è grande: una lunga spiaggia di ciottoli, orlata di bassi arbusti e alberelli, si stende davanti a noi; il mare è puro cobalto, battuto dal vento. Non c’è alcun punto di ristoro però, né chioschi dove acquistare acqua e cibo, dopo un paio d’ore, riprendiamo la BMW e decidiamo di recarci per pranzo a Loviste, nonostante disti una sessantina di chilometri, per gustare ancora una volta il pesce di un ristorantino sul mare dove ricdivnaordiamo di aver mangiato benissimo. Anche qui tutto è come ricordavamo: all’altezza delle aspettative! Poi, soddisfatti, meditiamo se tornare al mare o fare un giro in moto. La decisione è presto presa perché il vento s’è alzato e il cielo inizia a rannuvolarsi, così decidiamo di tornare, con calma, percorrendo una stradina costiera che conduce a Orebic. Lì giunti s’impone una sosta al baretto di Franco, in piazzetta, per assaggiare una fetta delle sue ottime torte. Rientrati a Trstenik ci concediamo un ultimo bagno nelle limpide acque davanti casa; più tardi una gustosa cena a base di pesce freschissimo al Vitacaee N42°54.931 E17°23.920; infine una passeggiata al chiar di luna.

 

1 luglio
Siamo contenti di partire stamattina perciò, preparati i bagagli, carichiamo la moto e rombiamo via. Percorriamo tortuose stradine secondarie per arrivare al porto di Prapratno, da dove partono i traghetti per l’isola di Mlijet, la cui parte settentrionale è saplunaraoccupata da un parco nazionale che comprende due laghi salati. Siamo fortunati perché il ferry arriva subito e dopo una traversata di ca. 45 minuti attracca al porto di Sobra. Scesi dal traghetto ci dirigiamo verso sud. Abbiamo deciso di pernottare a Saplunara, che vanta belle spiagge. Il percorso è molto bello. La strada corre alta sul crinale dei monti e regala scorci panoramici stupendi sui due versanti, poi scende sul lato occidentale, dove lo sguardo spazia sul mare aperto. Attraversiamo microscopici villaggi per arrivare infine alla punta meridionale dell’isola, dove sorge il villaggio di Saplunara: poche abitazioni sui due lati della strada che sembra terminare in uno spiazzo all’interno di una bella pineta. Parcheggiamo davanti ad un originale bar-ristorante di legno, a fianco del quale una scalinata scende il pendio della collina e porta alla spiaggia sabbiosa e al mare. Stupendo! Isaplunaral posto è fantastico. Giriamo la moto e lentamente torniamo in paese. Affittiamo per tre notti, a 30 euro al dì, una stanza  al piano terra  di una casetta bianca. E’ molto piccola e piuttosto spartana, ma c’è l’aria condizionata e all’esterno offre un piccolo spazio con sedie e tavolino, dove poter stare seduti senza essere visti dalla strada, perché coperto quasi interamente da piante rampicanti. Scaricati i bagagli indossiamo costumi e calzoncini, poi torniamo a piedi al bar nella pineta, dove pranziamo all’ombra dei pini, vista mare. Infine scendiamo alla grande spiaggia sabbiosa, dove affittiamo un ombrellone fatto di frasche di palma e due lettini, ad un passo dall’acqua. Fa caldissimo e non si vede nessuno…la gente è nascosta tra le frasche della decina di ombrelloni e fa la siesta.

 

2/6 luglio
Le giornate trascorrono tra nuotate nelle azzurre acque ed esplorazione dei dintorni. Il pomeriggio dell’ultimo giorno, tornando dalla spiaggia facciamo una passeggiata. Scopriamo così che la strada prosegue oltre lo spiazzo nella pineta e non porta solo ad un hotel, come avevamo creduto, ma arriva sull’altro lato del promontorio, dove si apre una bella baia bordata da scogliere, di fronte a cui sorgono due isolotti rocciosi, popolati da colonie di gabbiani. Meraviglioso! Vi sono alcune case e due piccoli hotel-ristoranti. Chiediamo ad una donna che ci osserva dal terrazzo di una delle case se affitta camere. Ci fa cenno di entrare e ci mostra un appartamento al piano terra composto da veranda esterna fiorita, cucina, una grande camera, bagno, dotato di tutti i comfort… per 30 € al giornoN42°42.263 E17°44.479. Non ci sembra vero! Accettiamo subito e la mattina seguente ci trasferiamo. Ebbene sì, abbiamo voglia di mare, di sole, di esplorare ogni angolo di quest’isola splendida, perciò mutiamo il programma iniziale e decidiamo di regalarci altri tre giorni qui. Una mattina partiamo alla volta del nord di Mlijet, dove si trova il parco nazionale. Oltrepassate Pomena la strada termina. Parcheggiata la moto e acquistati i biglietti d’ingresso ci viene fornita una mappa con i percorsi da seguire. Fa molto caldo e l’aria è umida, perciò optiamo per il percorso a piedi attorno al primo lago, da cui si può prendere un traghettino che conduce all’isolotto su cui sorge un monastero, ora trasformato in albergo. Incontriamo molti turisti sul percorso, alcuni in bicicletta. Arrivati nel punto in cui i due laghi s’incontrano troviamo una massa di gente vociante seduta o distesa all’ombra degli alberi. Vorremmo rinfrescarci con un tuffo, ma… c’è gente ovunque! E’ tutto troppo turistico! Siamo un po’ delusi perché la realtà è diversa da quanto ammirato in foto. Decidiamo perciò di tornare indietro lungo lo stesso itinerario e di fermarci per pranzo in un ristorante fronte lago notato all’andata. Detto fatto all’una siamo comodamente seduti all’ombra, davanti a due boccali di birra freddissima e a due piatti di pesce. Dopo pranzo, poco oltre il ristorante, scopriamo un posto adatto al relax e ad un tuffo: nessuno intorno, due grandi pini creano un po’ d’ombra e ci riparano dagli sguardi dei passanti. Più tardi, ripresa la moto, partiamo godendoci ogni curva della strada sinuosa che corre immersa nel verde e nel silenzio. Imbocchiamo diverse stradine che si dipartono da quella principale per il solo gusto di scoprire dove portano. A sera rientriamo a Saplunara. Scegliamo il ristorante Stermasi per la cena. E’ un locale fantastico! I tavoli sono posizionati su piccole terrazze nella pineta che digrada verso il mare. Si gode una vista fantastica che spazia fino a Dubrovnik, le cui luci brillano nella notte.
I giorni seguenti trascorrono pigri tra nuotate e tuffi dagli scogli nelle acque cristalline della baia da cui sorgono gli isolotti dei gabbiani. Abbiamo trovato il Paradiso a neanche 100 metri da casa!
Il padrone di casa è un pescatore. Una mattina bussa alla porta; chiede se ci piace il pesce e alla nostra risposta affermativa dice che quella notte la pesca è stata copiosa. Se ci fa piacere per pranzo preparerà alcuni pesci per noi. Che gentile! Accettiamo con gratitudine e a mezzogiorno ci facciamo trovare a casa. Ivan arriva puntuale con un piatto su cui fanno bella mostra 6 pesci grigliati: è stato il miglior pesce mai mangiato!

 

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