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moto

 

 

 10 luglio
Ci svegliamo presto per via dei rumori dalla strada sottostante…nonostante sia domenica! Dobbiamo però attendere le 8 per poter fare colazione. In sala veniamo accolti da…Iago, l’aiutante del dott. Frankenstein, che ci serve una misera colazione, irritandosi pure quando chiedo una spremuta d’arancia. Alla faccia del Grand Hotel!! Dopo colazione Knut va al “parcheggio” e trova…alcuni operai che trasportano a fatica materiali di varia natura, passando a stento di fianco alla nostra moto. Gli viene un colpo e si accerta che niente abbia urtato o danneggiato il veicolo; poi, prima di muovere la BMW, controlla che non vi siano chiodi sul breve tragitto da percorrere per arrivare all’ingresso dell’hotel. Tutto sembra a posto quindi, salutata Valjevo, partiamo. Percorsi una trentina di chilometri imbocchiamo la E763 in direzione nord. In breve tempo arriviamo a majesticBelgrado, il cui nome significa “città bianca” Beograd in serbo . Knut ha inserito nel gps le coordinate dell’hotel Majestic   N44°48.923 E20°27.521, situato in una zona centrale della Città Vecchia,  vicino alla via dello shopping: Knez Mihailova. Arrivati nei pressi dell’albergo scopriamo che…si trova nella zona pedonale, quindi, mentre rimango accanto alla moto, Knut percorre i 200 metri che ci separano dall’albergo a piedi. Alla reception gli indicano come raggiungere il garage N44°48.899 E20°27.524. Semplice: si deve prendere una strada parallela e in un attimo entriamo con la belva nel garage coperto. La camera è nell’ala nuova, silenziosa, come avevamo chiesto all’atto della prenotazione. Ne prendiamo possesso e ci cambiamo al volo. Siamo pronti per il primo giro alla scoperta della capitale. Per prima cosa cerchiamo l’ufficio informazioni dove chiediamo info sui battelli per una crociera sul fiume. Ci spiegano di recarci al Beton Hala, la banchina sul fiume Sava, che si trova sotto alla cittadella. Decidiamo di fare prima una passeggiata fino a piazza Trg Republike, poi ci sediamo ai tavolini di un bar sulla centralissima Knez Mihailova, in cerca di un po’ di refrigerio dalla calura del mezzogiorno, osservando il viavai della gente. Pranziamo con un tagliere di salumi e formaggi tipici Knut e con un’insalatona con tonno e mais io. Poi c’incamminiamo lungo l’arteria commerciale e la percorriamo fino alla fortezza di Kalemegdan, che sorge su una collinetta alla confluenza dei fiumi Sava e Danubio, circondata da vasti giardini. Nel parco molte persone si rilassano giocando a scacchi, riposando all’ombra dei grandi alberi o semplicemente passeggiando come noi. Ci dirigiamo al belvedere da dove lo sguardo spazia sul fiume e sulla città: bellissimo! Non c’è molto altro da vedere perché dell’antica cittadella rimane poco, i bastioni, le mura del forte e i fossati. Il caldo si fa sentire, così troviamo una panchina libera all’ombra e ci sediamo a riposare un po’.  Poi scendiamo verso il fiume e, giunti al molo, cerchiamo l’ufficio dove prenotare la crociera sul Danubio. Grande è il nostro stupore nel constatare che vi sono solo bar e ristoranti. Dopo aver percorso quasi un chilometro sotto il solleone incontriamo un addetto che c’informa che dalla capitale non partono crociere di lunga durata. Quelle partono da …Vienna o Budapest…da Belgrado possiamo compiere solo brevi escursioni di un’ora o due intorno all’isola che sorge in mezzo al fiume Sava e al promontorio del Kalemegdan alla confluenza col Danubio, a bordo di un buffo battello…coperto! Che delusione! Avevamo deciso di fermarci a Belgrado 3 notti pensando di poter compiere una crociera di una giornata lungo il Danubio arrivando sino alla fortezza di Smederevo! Risaliamo mogi e abbruttiti dal caldo-umido bestiale verso la città vecchia, salendo infiniti scalini, fino a trovarci in una via fiancheggiata da begli edifici. Sono le sedi di alcune ambasciate e più avanti c’è la bella Cattedrale di San Michele Arcangelo verso cui ci dirigiamo. Grande è il mio disappunto quando vengo respinta all’ingresso perché indosso un paio di bermuda…ma arrivano al ginocchio! Stanchi, accaldati e mesti torniamo sulla Knez Mihailova e ci consoliamo con due birre gelate, seduti ai tavolini di uno dei numerosi bar che offrono un po’ di frescura vaporizzando acqua. Poi torniamo in hotel. Condizionatore a manetta, una doccia e un po’ di relax ci rimettono in sesto. La sera vaghiamo per le vie adiacenti Knez Mihailova per trovare un locale dove cenare. Quelli segnalati dalla guida Bradt sono pieni o prenotati per cui non ci resta che sceglierne uno a caso. Optiamo per un localino a metà strada tra il vegetariano e la pizzeria perché desiderosi di qualcosa che non sia carne. Il posto è carino, frequentato soprattutto da giovani. Il personale invece è scortese e ci fanno attendere parecchio sia per ordinare due pizze sia per servirle.

11 luglio
La notte è trascorsa tranquilla e abbiamo dormito benissimo. Alle 9, dopo un’ottima colazione, armati di apparecchi fotografici, siamo pronti per visitare la capitale. Oggi scopriremo i quartieri di Savamala e Tasmajdan, la Belgrado imperiale. Al n°20 di Terazije si staglia lo splendido edificio dell’hotel Moskva, capolavoro Art Noveau, il più lussuoso della capitale. Di fronte la bella fontana Terazijska cesma. Proseguiamo la passeggiata dirigendoci nella via parallela per ammirare l’edificio del Parlamento, in stile classico, che venne occupato dagli oppositori di Milosevic nell’ottobre del 2000, costringendolo ad andarsene dalla scena. Poco dopo un altro enorme edificio in stile neo classico: il palazzo delle Poste. Di fronte si stendono i bei giardini del Pionirski Park. Questa zona è completamente diversa dalla Città Vecchia, sembra di essere a Parigi per via dei grandi viali e dei bei palazzi. Proseguendo arriviamo al Tasmajdan park al cui interno si trova la chiesa di San Marco che ha cinque torri con cupole di rame, al cui interno vi sono le spoglie di un eroe nazionale: l’imperatore Dusan. Il parco non è molto grande, vi sono molte statue e monumenti, tra cui uno ricorda i bambini uccisi dai bombardamenti del 1999. Comincia a fare caldo così ci sediamo ai tavolini del caffè nel parco a rinfrescarci. Usciti dall’area verde torniamo verso Kralja Milana e la percorriamo ammirando le facciate ottocentesche degli edifici, il Nuovo e il Vecchio palazzo Reale. Tornati all’hotel Moskva svoltiamo a sinistra e arriviamo ad un particolare edificio bianco e rosso, oltrepassato il quale scendiamo verso il fiume che attraversiamo percorrendo il lungo ponte Brankov. Lungo il percorso, notiamo due grandi graffiti sulle facciate di due case : un enorme uomo, con denti fatti di palazzi, che sta mangiando alberi e un’opera collettiva di artisti locali. Dal ponte invece osserviamo un altro grande affresco in cui appare una grande figura alata, la Santa de Beograd che tiene tra le numerose braccia la città, alberi, canne di cannoni….Dal ponte lo sguardo spazia sulla Città Vecchia da un lato e su quella nuova dall’altro. C’è un gran movimento d’imbarcazioni sull’acqua sia turistiche sia commerciali. Dopo aver percorso il lungo ponte sotto un sole cocente scendiamo sull’altra sponda e ci troviamo tra gli alberi che costeggiano la riva a cui sono ancorati diversi barconi che fungono da bar, ristoranti, locali notturni ora deserti. Siamo stanchi e abbiamo fame e sete. Per fortuna notiamo che uno sembra essere aperto e vi saliamo. Ci sediamo sul ponte superiore, all’ombra e ordiniamo il pranzo. E’ un buon punto d’osservazione. Di fronte a noi, sull’altro lato del Sava, osserviamo i battelli ancorati al molo dii Beton Hala, gli edifici della Città Vecchia soprastanti e, poco oltre, le mura della cittadella. Dopo pranzo proseguiamo la camminata sino ad arrivare alla confluenza tra il Sava e il Danubio, in mezzo a cui si trova la Grande Isola della Guerra. Torniamo sui nostri passi accaldati e stanchi per i chilometri percorsi da stamattina. Ci concediamo una lunga sosta sul dondolo di in un fresco bar ristorante ben ombreggiato sorseggiando due bibite e scattando fotografie al Kalemegdan sulla collinetta di fronte. Torniamo poi sui nostri passi, ripercorriamo il ponte e risaliamo i vicoli acciottolati della Città Vecchia sbucando in una strada con bei palazzi immacolati. All’angolo vediamo un locale la cui insegna “Campania” pizzeria ci stampa un largo sorriso in volto. Rientriamo in albergo per un po’ di relax e ne usciamo solo all’ora di cena. Optiamo per il quartiere di Skadarlja. Ne percorriamo la via lastricata piena di locali con i tavolini in bilico sui cubetti di porfido un po’ sconnessi, affollata di turisti e vivacissima. Scegliamo il Sesir Moj e trascorriamo una serata piacevolissima, allietata da musicisti che suonano canzoni tradizionali serbe, ballate intonate da un gruppetto di clienti, donne, coronata dall’arrivo di una bella signora in abiti ottocenteschi che recita e canta una pièce teatrale, traducendone una parte in inglese quando ha notato che partecipavamo con interesse e gradimento. E’ stato molto divertente e abbiamo mangiato bene. Dopo cena ci siamo attardati gironzolando per il quartiere e concludendo la serata al Rakia bar, sulla via verso l’hotel.

 

 

 

 

 

 

 

12 luglio
Oggi è l’ultimo giorno a Belgrado. Mentre facciamo colazione nella gelida sala, temperatura 18°, stabiliamo l’itinerario. Vogliamo visitare il Tempio di San Sava. Sarà una bella camminata dato che dista circa 2,5/3 km. dall’albergo. Bastano i primi 100/150 metri per comprendere che sarà una giornata caldissima. Comunque rimaniamo fermi nella decisione di percorrere l’itinerario a piedi. Dopo Terazije ripercorriamo la strada di ieri, Kralja Milana, sul lato ancora in ombra. Da qui si può già vedere, all’orizzonte, stagliarsi l’enorme tempio che sorge su una collina, con la sua inconfondibile cupola. Quando finalmente arriviamo nei pressi, sembra sia scomparso, ma imboccata una stradina, Svetog Save, sbuchiamo proprio davanti. E’ così bianco…circondato da giardini e con un’immancabile grande fontana sul lato anteriore. Riesco solo a scattare una fotografia al volo dell’interno completamente affrescato, mentre una folla di pellegrini esce dalla chiesa. Ovviamente non posso entrare perché anche oggi indosso dei calzoncini e una maglietta sbracciata, ma con questo caldo allucinante come si fa? Dopo un giro nel parco circostante torniamo sui nostri passi, osservando il susseguirsi di vecchi palazzi, edifici storici e case popolari, che caratterizzano questa zona. Poi percorriamo le stradine adiacenti che scendono dalla collina svoltando a caso,  ora di qua ora di là. Giungiamo così al mercato coperto dei fiori e alla vicina via pedonale, ricca di caffè all’aperto, in uno dei quali ci sediamo, esausti, a sorseggiare una bibita fresca e ad osservare la vita quotidiana dei belgradesi. Anche in questo quartiere scopriamo alcuni graffiti sulla facciata di un palazzo e li fotografiamo, poi torniamo sull’arteria principale, Kralja Milana, camminando rasente i muri per non scioglierci. Anche gli altri passanti fanno lo stesso ed è divertente vedere chi cede il passo. Decidiamo di pranzare alla pizzeria Campania scoperta ieri. Ambiente carino, freschissimo, dove mangiamo bene. Dopo pranzo passeggiamo sulla Knez Miihailova ed, arrivati alla fine, svoltiamo in Cara Urosa per andare a visitare la Galleria degli Affreschi. Grande è la nostra delusione quando, una volta trovatala, scopriamo che è chiusa da due anni per restauri. “E ora che facciamo?” Ci chiediamo a vicenda… Proseguiamo la passeggiata scegliendo di percorrere solo strade…ombreggiate da alberi. E’ così che, ridendo e scherzando, ci perdiamo per le vie del quartiere di Dorcol fino a ritrovarci a Skadarlja, che, nella luce accecante delle 14, fa tutto un altro effetto. Dopo un’altra sosta per reintegrare i liquidi, con i piedi che oramai fumano, ritorniamo in hotel stanchissimi, ma soddisfatti. Per cenare scegliamo un locale non troppo distante, dietro Trg Republike, perché a me fanno ancora male i piedi! Mangiamo due pizze senza infamia e senza lode, poi, dopo una breve passeggiatina torniamo in albergo per sistemare i bagagli. Prenotiamo l’hotel a Novi Sad dove faremo tappa domani. Ne scegliamo uno a prezzo ragionevole, il Mediterraneo, vicino al centro, è piccolo ma sembra moderno e c’ispira.

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