Logo Siria / Giordania

 

Album

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto Album

 

Syria and Jordan 2010


Report del viaggio in Siria e Giordania
Periodo: 26 giugno -1 agosto 2010
Compagni di viaggio: Knut e la nuova moto BMW R1200GS Adventure.

 

 

Prologo

Abbiamo iniziato a sognare questo viaggio in moto, via terra,da Milano ad Aqaba e ritorno, la scorsa estate. Piano piano il sogno ha preso corpo leggendo diari di viaggio, guardando immagini e fimati di altri motonavigatori, chiarendoci a vicenda scopi e desideri, superando insieme dubbi e incertezze. Siamo poi passati dalla fase ideativa a quella concreta, acquistando le carte stradali dei Paesi che avremmo attraversato e leggendo le guide Siria / Libano e Giordania della Lonely Planet. Knut ha trascorso parecchie serate a mettere a punto la rotta con il Gps,visto che non esistono mappe ufficiali. Una volta deciso l'itinerario in linea di massima e il periodo del viaggio, 26/06-01/08, abbiamo affrontato un lunghissimo iter burocratico per ottenere i documenti necessari ( visti e patente internazionale). Infine, superato lo scoglio della concessione delle ferie per Knut, è emerso l'imprevisto. Gli esami d'inglese a conclusione del mio corso di specializzazione in lingua inglese, metodologia e didattica, sono slittati di una settimana...28/29 giugno!!! Così ho dovuto fare di necessità virtù e prenotare un volo di sola andata per Istanbul per il giorno 30!!!!

25 giugno
( Cristina)

Knut è da un paio d'ore nel box a cambiare la marmitta catalitica della BMW nuova con una usata, acquistata per affrontare la benzina con piombo che molto probabilmente troveremo in Siria, ad eseguire gli ultimi controlli e a caricare il bagaglio. Dovrà portarsi dietro anche il mio casco perchè in aereo non posso averlo con me e non mi fido a spedirlo. Ora scenderò per scattare qualche foto...

26 giugno
( Cristina)

Sono le 8, Knut è appena sceso, bardato di tutto punto con il nuovoPartenza abbigliamento Moto infinito, casco con videocamera applicata... io ora mi sfionderò al cancello di casa per immortalarlo mentre parte. Sono un po' agitata all'idea che debba affrontare da solo i circa 2000 km. che lo separano da Istanbul. Mi dispiace, anche perchè avevamo progettato di visitare il Monastero di Rila, in Bulgaria, all'andata. Va bhe! Inutile recriminare... è andata così!

( Knut )
Sono partito da casa alle 8,00 e ho imboccato la tangenziale in direzione Venezia. La A4, dopo i primi chilometri trafficati, è scorsa via bene, frontiera compresa, fino verso Lubiana. Poi ha iniziato a piovere, piovere, piovere e piove ancora, così Pension ASmi sono fermato a .... Resetari, Croazia, una quarantina di km. prima di Slavonski Brod. Ho preso una camera semplice alla Pension As, ma la cena era decisamente buona! Nota positiva: la giacca e i pantaloni Motoinfinito riparano dall'acqua davvero bene. Non altrettanto si può dire degli stivali...... e sì che sono in goretex! Speriamo che domani ci sia il sole!

27 giugno
Eh no! Ha piovuto tutto il giorno!!! Mi sono fatto tutta la Serbia e la lenta strada da Nis a Sofia sotto un diluvio costante! Ho deciso di aggirare Sofia prendendo la "tangenziale" dal lato sud, nonostante tutti i cartelli indicassero di Frontiera Bulgarapercorrere l'altro lato, in compagnia di un biker bulgaro su Suzuki intruder, che ogni tanto mi si affiancava, sorrideva e mi chiedevPioggia in Bulgariaa se avevo bisogno di aiuto. Ne ho avuto abbastanza per oggi. Inoltre le strade bulgare sono piene di rattoppi alquanto scivolosi con l'acqua... Chissà magari domani sarò più fortunato! Decido di fermarmi al Motel Ithiman, circa 50 km. dopo Sofia. Ceno discretamente spendendo solo 2,60 euro.
Stasera mando una mail a Cristina e le dico che le è andata bene, visto il tempo!

28 giugno
Appena sveglio tendo l'orecchio e... impreco perchè sento che PIOVE!!! Mi alzo dal letto già stanco all'idea di altri km. sotto l'acqua. Fatta colazione con spremuta d'arancia, caffè e croissanFinalmente Solet mi vesto di tutto punto, monto sulla moto e parto...decisamente non è il caso di intraprendere il tour fino a Rila, quindi riprendo l'autostrada in direzione Plovdiv.
Dopo un po' finalmente smette di piovere! E' bello rivedere il sole! Mi fermo a scattare un paio di foto al paesaggio: distese di campi gialli e prati verdi.

 

 

Arrivo alla frontiera Bulgaro-Turca e le passo entrambe in poco tempo, unFrontiera Turca po' più di un'ora. Meno male, a Ipsala l'ultima volta abbiamo impiegato due ore abbondanti!
Mi fermo per pranzo in una locanda lungo la strada, appena dopo la frontiera turca. Mangio un kebap con la solita insalata che lo accompagna, poi riparto e, poco dopo. AIUTOOO...!!!! Ho bisogno di un bagno!!!! Arrivo appena in tempo ad un benzinaio.... poi impreco per la leggerezza compiuta a pranzo! Riesco a ripartire solo dopo un'oretta, sperando di riuscire ad arrivare ad venditore d'acquaIstanbul... Impresa riuscitIl ponte sul Bosforoa! Bisogna avere mille occhi in autostrada nei pressi di Istanbul perchè se ne vedono di tutti i colori, compresi dei tizi fermi tra le corsie a vendere acqua! Attraverso il ponte sul Bosforo, non senza avere prima acquistato una tessera tipo viacard, che purtroppo perdo subito dopo, credendo di averla infilatanella borsa serbatoio al casello, invece è scivolata fuori. Non mi accorgo di nulla, ma vengo rincorso da una coppia turca, che mi insegue in auto suonando il clacson a tutto spiano, finchè mi fermo e loro mi porgono la tessera con grandi sorrisi. Ringrazio e penso che non so quanti avrebbero fatto lo stesso in Italia! Infine attraverso il mitico ponte che unisce due continenti. Dà sempre una grande emozione passare dalla sponda europea a quella asiatica!
Raggiungo il sobborgo residenziale di Kartal dove c'è il Park Hotel 156, prescelto in quanto non troppo distante dall'aeroporto, dove dopodomani atterrerà Cristina.

 

29 giugno
Mi sveglio tardi e riposato. Oggi la pancia va meglio. Consumo una buona colazione in albergo poi esco ad esplorare i dintorni. Passeggio sul lungomare e mi siedo ad osservare la grande quantità di traffico navale che passa nelle due direzioni. Poi ho il resto della giornata per esplorare le vie commerciali, i giardini ed osservare i passanti. Mi rendo conto che Kartal sembra più una località turistica che un sobborgo residenziale, ricco di bar, ristoranti, pasticcerie... Mi informo anche sulla possibilità di arrivare via mare ad Istanbul al porto di Eminonu. Mi dicono che devo prendere un treno locale che arriva al capolinea di Haydarpasa e da lì poi partono i battelli per Eminonu. Dopo pranzo esploro in moto la zona e arrivo all'aeroporto Sabina Gokcen; adocchiato un parcheggio per moto riparto alla volta di Kartal. Torno in albergo,spedisco alcune mail, poi mi appisolo beato... fino all'ora di cena quasi! Per cena torno nello stesso locale della sera precedente e mi sbafo un succulento kebap!

30 giugno
( Cristina)

Sono in aeroporto da più di due ore, ma del dannato aereo della Blu Panorama che avrebbe dovuto decollare alle 17,30 non v'è traccia. Non si sa nulla! Mi aggiro sconsolata tenendo d'occhio i monitor e un gruppo di passeggeri italiani che ho capito essere in attesa del mio stesso volo. Poi mi arriva un sms da Knut che mi avverte che l'aereo è decollato in ritardo da Istanbul... Finalmente ci imbarcano alle 20,05 circa, ...acchio arriverò verso le 22,30! Per la tensione non ho mangiato nulla in aeroporto e sull'aereo... hanno solo noccioline ( sono allergica) e snack! Ma ecco che il pilota annuncia l'aeroporto Sabina Gokcenche stiamo per atterrare... sotto di me una miriade di luci sulle due sponde e...in mare! E' una quantità incredibile di navi all'ancora!,Non avrei mai detto! Le procedure di sbarco sono abbastanza veloci, nn ho bagaglio, solo uno zainetto e la giacca per la moto... Ecco Knut!!! Che bello essere finalmente arrivata... a quello che per me è il mio punto di partenza!

 

1 luglio
Questa mattina, al risveglio, un via vai di navi commerciali sull'azzurro del Mar di Marmara e strida di gabbiani...Dopo colazione passeggiamo pigramente sul lungomare scattando foto, anche ad un uomo che ronfa sull'erba all'ombra del... suo carretto di cianfrusaglie, ma corredato di bandierona rossa con la mezzaluna bianca! Che nazionaliLa stazione di Haydarpasasti i turchi! Ci dirigiamo poi alla stazione e saliamo su un treno locale, affollato di gente che si reca al lavoro. Arriviamo alla stazione di Haydarpasa un bellissimo ed imponente edificio di fine '800, e seguiamo i cartelli per il ferry. Ci imbarchiamo il ponte di Galatae... io sono felice di essere sul mare, nel vento... Si passa sotto il ponte di Galata e sbarchiamo a Eminonu. Prendiamo il nuovissimo tram con aria condizionata e scendiamo all'inizio di Divan Yolu. Conosciamo la via e sappiamo dove cambiare i soldi. Noto che ora la lira turca è più forte rispetto ad alcuni anni fa: vale 0,50 euro. Passeggiamo in lungo e in largo nella grande piazza dell'Ippodromo e nelle stradine adiacenti, Poi andiamo a pranzo al Doi Doi ( mangia,mangia) scoperto nel 2005 grazie alla Lonly. Delusione! La terrazza è sempre quella, le sale interne anche, ma... non si mangia più così bene. Troppi turisti ormai!!! Riprendiamo la passeggiata nonostante il caldo delle 13,30 e andiamo alla moschea Blu che desidero rivedere dopo cinque anni. Che rabbia! Non si può entrare perchè è in atto la preghiera del venerdì! Parecchi turisti aspettano stravaccati nei cortiliLa moschea Blu. Noi facciamo un rapido giro e optiamo per visitare l'adiacente Aya Sofia. Anche lì notiamo i cambiamenti: le splendide icone d'oro, a mosaico sono state sostituite da copie... non è la stessa cosa! Invece all'interno è rimasta solo un'impalcatura e i restauri sono avanzati, bene. Al termine della visita io sono stanca, il mal di schiena, che mi ha tormentato nelle ultime settimane, è tornato prepotente... ci riposiamo un po' nei bellissimi giardini anche per sfuggire al caldo-umido del pomeriggio. Poi torniamo al porto e prendiamo il battello per tornare sulla sponda asiatica. Successivamente il treno, che stavolta è un regionale, dotato di bei sedili di velluto: che caldo! L'esperienza coi trasporti locali è stata divertente e ci ha dato modo di osservare da vicino la vita delle persone.
La sera ceniamo sulla terrazza, con vista mare, di un ristorante molto bello, dove consumiamo forse il miglior pasto di tutta la vacanza!

2 luglio
Kartal- Uchisar ( 750 km. circa)
La mattina partiamo alle 8,00. C'è il sole, inizia a fare caldo, la moto va che è una meraviglia: anche lei non vedeva l'ora di riprendere la strada! L'autostrada, superata la zona di fabbriche, e una volta girato per Ankara è meno trafficataTuz Golu (lago salato). Torniamo anche a respirare dato che molti dei camion inquinanti ce li siamo lasciati alle spalle. Usciamo al casello di Ankara e proseguiamo sulla E90 costeggiando il Tuz Golu, il lago salato. Ci fermiamo un paio di volte a scattare qualche foto di quel bianco abbacinante... ma siamo stanchi, non vediamo l'ora di raggiungere la nostra meta. Arriviamo ad Uchisar nel pomeriggio inoltrato e... anche lì notiamo come in cinque anni sia cambiato molto. Ora sorgono hotel di prestigio al posto delle vecchie abitazioni... Kaya Pansyon Uchisarla Pansyion Kaya c'è sempre, ma il proprietario è cambiato. Ci assegnano la camera migliore, con un grande terrazzo e una vista stupenda! La cameriera/cuoca di nome Rabia, è una ragazza giovane, simpatica e ci serve una cena squisita. Gustiamo la miglior Corba ( zuppa di lenticchie) agro-piccante mai assaggiata in Turchia, meze, carne arrosto con verdure e dolce, il tutto annaffiato da ottimo vino rosso! Burp!

 

3 luglio
Oggi giornata di relax, spesa a girellare in moto, senza meta, per il puro piacere di andare Cris e i camini delle fatee vedere. Abbiamo preso uno sterrato, poco fuori dal paese, che saliva su per una collinetta di tufo e l'abbiamo seguito per un po'. Poi, visto che s'inoltrava tra le coltivazioni siamo tornati indietro. Dopo Goreme abbiamo preso per Avanos e, dopo 6 km. siamo giunti al Sarihan, uno dei caravanserragli selgiuchidi meglio conservati, risalente al 1249. Visita interessante. Dato l'aumento della temperatura siamo ripartiti con gioia e abbiamo percorso strade e stradine osservando e ammirando le incredibili formazioni rocciose ai lati della strada. Abbiamo riconosciuto alcuni dei luoghi visitati cinque anni fa, come la Valle dei Camini delle fate, a quell'ora però invasa dai pullman gran turismo ( consiglio di arrivare verso le 8/ 8,30 perchè ne vale la pena).Scattate varie fotografie ci siamo diretti alla volta del paesino di Mustafapasa dove abbiamo gironzolato osservando i decori di alcune antiche case greche. Ad una svolta c'è stato l'incontro tra la nostra Incontro" bestia" e un carretto tirato da un asinello, con a bordo una coppia di vecchietti, sembravano usciti da un libro! All'ora di pranzo siamo tornati ad Uchisar e abbiamo mangiato due pide in un caratteristico " forno per pide" (tipo pizzeria) locale, poi in albergo al fresco.
Siamo riemersi a pomeriggio inoltrato e abbiamo rivisto volentieri Goreme, con i suoi tipici coni di tufo, i negozi di tappeti e di souvenir. E' molto turistica, però, soprattutto meta di numerosi back packers...

4 luglio
Uchisar- Gaziantep ( km 530 circa)
Sveglia di buon'ora. Caricata la GS lasciamo Uchisar , non senza aver salutato calorosamente Rabia che ci ha servito un'ottima colazione turca, con la promessa di inviarle le fotografie scattate ieri, quando Knut le ha fatto fare un giretto sulla moto. Dopo Kaiseri prendiamo la strada 805 in direzione Nigde, poi imbocchiamo la nuova autostrada per Adana ( l'ultima volta era in costruzione, ora, 5 anni dopo, è completamente finita). Superatala proseguiamo verso est. Il caldo si fa sentire. Alle 12 decidiamo di fermarci in un'area di servizio con ristorante e pranziamo all'aperto, all'ombra, osservando divertiti i turchi che si affannano a lavare le loro automobili e guardano la nostra moto impolverata, sorpresi dal fatto che rifiutiamo di farcela pulire! Io poi suscito sempre occhiate quando, giunti in un ristorante, comincio a spogliarmi: via il casco, i guanti, la giacca, a volte la parte inferiore dei calzoni. Sono sudata, coi capelli non in ordine e...non aspetto che sia l'uomo ad ordinare! Indugiamo lì fino alle 14 circa, non ce la sentiamo di rimetterci subito sull'asfalto bollente. Alla fine ci decidiamo e ripartiamo. Nel tratto verso Osmaniye il calore è tremendo, 42°!! La strada passa tra montagne rocciose, marrone-ocra che riverberano il calore... Superato questo tratto, la temperatura si abbassa di un paio di gradi. Lasciamo l'autostrada a Nurdagi per proeguire sulla statale che la carta Michelen dà come panoramica. In effetti il paesaggio diventa più dolce e ricompaiono gli alberi. Facciamo rifornimento di carburante e ci sediamo ad un tavolino sotto gli alberi a bere del cay offertoci dal proprietario della pompa. Tutt'intorno a noi si dispiega un paesaggio idillico: gli unici suoni sono il cinguettio dei passeri e il garrire delle rondini. Come basta poco a volte per sentirsi bene!
Entriamo a Gaziantep verso le 16,00 e subito non ci piace. Trafficata, rumorosa... Giriamo il manubrio e torniamo indietro di pochi chilometri, al punto da cui si diparte la strada per la Siria.
Lì c'è un hotel 5 stelle della catena Dedeman e decidiamo che, per una volta, possiamo anche spendere 100 euro per una stanza. L'uomo alla reception, forse impietosito dal mio aspetto disfatto, ci dà un buono sconto per 2 massaggi al centro benessere. Ceniamo bene ed ancora meglio riposiamo. Bandiera Siriana

5 luglio
Gaziantep -Kilis - Aleppo (km. 113)

La colazione la mattina dopo è semplicemente divina! Mi dispiace di non riuscire ad assaggiare neanche la metà delle delizie proposte dal buffet! Pieni come otri alla'alba delle 8/ 8,30 partiamo; facciamo l'ultimo rifornimento di benzina verde perchè chissà se ne troveremo in Siria! Divoriamio in un attimo i circa 50 km. che ci separano dalla frontiera. Superiamo abbastanza velocemente la parte turca, salutati dai Bambini Sirianidoganieri che ci mettono in guardia sulle difficoltà che incontreremo perchè "la Siria non è civilizzata come il loro Paese". Se sapessero cosa pensano molti italiani della Turchia!!
Poi ha inizio il calvario, sì perchè non ci sono parole per descrivere un iter burocratico lunghissimo ed incomprensibile. Per noi, abituati ad attendere in code disciplinate alle frontiere, è stato un duro impatto vedere gente, uomini, che sgomitando cercavano di passare i documenti sopra le teste degli altri! Io cercavo di farmi largo, casco in una mano e passaporti nell'altra, basita dal caos e dal vocio, finchè un doganiere urlando qualcosa agli altri mi ha preso i documenti e li ha portati in un gabbiotto. Devo dire che abbiamo trovato i doganieri siriani, gentilissimi ed ospitali ( uno ci ha offerto dei cioccolatini!), un altro mi ha fatto sedere all'interno del gabbiotto, vicino al ventilatore, mentre aspettavo Knut. Inoltre un signore turco, gentilissimo, ha aiutato Knut nel disbrigo delle pratiche ( assicurazione, cambio, compilazione della modulistica) senza chiedere niente in cambio. Siamo rimasti davvero colpiti! Ce la siamo sbrigata in un paio d'ore e alle 11 circa eravamo ad Aleppo, cercando di districarci nella bailamme creata da un traffico spaventoso e disordinato, dove tutti si fanno largo a colpi di clacson e dove le usuali regole, tipo rispettare il rosso o gli stop, non esistono. Con un vero colpo di fortuna Hotel Baronabbiamo trovato l'hotel Baron. E' un bell'edificio storico, ma ha ormai bisogno di parecchi restauri, soprattutto all'interno. Secondo noi il merito è di essere in buona posizione e di avere una bella terrazza dove è piacevole bere qualcosa la sera. I gestori sono una coppia di furbi marpioni, che cercano di fregarti col cambio in nero...
Aleppo ci è piaciuta: la Moschea, copia in scala ridotta di quella degli Omayyadi di Damasco, il bazar, il quartiere cristiano con la chiesa armena dei Quaranta martiri, i vicoli e la Cittadella. La sera abbiamo cenato in un favoloso riad nel quartiere cristiano il " Dar Zamaria" , in terrazza, ammirando la cittadella illuminata in lontananza. Abbiamo poi preso un taxi per tornare al Baron.

6 luglio
Aleppo
La mattina è iniziata male, quando abbiamo visto la sala per la colazione: mobili vecchi, i bei finestroni cosparsi di escrementi di uccelli, i tavolini appaAleppo cittadellarecchiati con tovaglie con qualche macchia, un cameriere indolente che, la sala era vuota, ha impiegato venti minuti per portarci un vassoietto con due marmellatine, due burrini. del pane raffermo e un bricco di caffè! Poi ci siamo diretti a piedi verso la piazza dove sorge la Cittadella, osservando gli abitanti impegnati nello svolgimento di svariate attività. Il sole picchia già perciò mi metto una bandana in testa. Arrivati all'ingresso della fortezza lo vediamo chiuso. Pensiamo di essere arrivati presto, ma dopo un po,' chiedendo al gestore di un bar scopriamo che oggi, Mercoledì, è giorno di chiusura! Ci siamo dovuti accontentare di ammirarla dalla piazza antistante, peccato! Delusi ci aggiriamo nel bazar coperto, ma Knut è di cattivo umore, iniziamo a battibeccare e... decidiamo di prendere un taxi e farci portare al quartiere cristiano. Si rivelerà una piacevole sorpresa. Visitiamo la Chiesa armena dei 40 Martiri ed il Museo, molto interessante. I vicoli di questo rione sono silenziosi, più puliti, ci sono bei palazzi Beit Sissirestaurati. Entriamo in alcuni Riad, ora hotel e ristoranti, e prenotiamo per la cena al Beit Sissi, in uno splendido edificio del XII secolo. Gli interni sono magnifici. Alle 20,30 ci rechiamo a cena a piedi, visto che l'esperienza in taxi, nel traffico caotico creato per lo più proprio dalle decine di taxi strombazzanti, ci ha stremato la sera prima.Si cena in quello che sembra un cortiletto interno, con una bellissima vasca d'acqua.Tutto intorno si aprono nicchie con tavoli apparecchiati sontuosamente; l'ambiente è molto elegante. Al centro, su una specie di pedana rialzata, un musicista suona musiche dolcissime su un particolare strumento a corde. La cena sarà all'altezza delle aspettative: assaggiamo il famoso kebap alle ciliegie e proviamo un'insalata di timo, condita con una salsina acidula, ma molto fresca. Rientriamo in hotel a piedi, attardandoci ad osservare la gente che affolla la piazza e i giochi dei bambini.

7 luglio
Aleppo- Apamea- Hama (km190 circa)
partenza BaronSveglia alle 7,00, rapida chiusura delle borse e solita spartana colazione, perchè vogliamo partire entro le 8,00 sia per evitare il traffico sia per poter visitare il sito di Apamea in mattinata.
Il traffico è pressochè inesistente e riusciamo ad uscire da Aleppo senza perdere troppo tempo.
Ci dirigiamo sull'autostrada n° 5 per Damascus e, dopo qualche chilometro, prendiamo un bivio che secondo noi ci porterà ad Apamea. Invece, ci rendiamo conto che stiamo andando verso Latakia: Oh no! Abbiamo sbagliato bivio! Dobbiamo tornare indietro! Dietro front! E dopo una mezz'ora abbondante rieccoci in autostrada... al punto di prima! Knut è già stressato per dover prestare molta attenzione ai folli che... attraversano a piedi, ai veicoli di ogni tipo che viaggiano contromano, ai micidiali minibus che improvvisamente frenano e si spostano sulla destra per raccogliere qualcuno a piedi che ha fatto cenno di voler salire! Per non parlare di quelli che ci si accostano su entrambi i lati, solo per guardarci e salutarci!!
Infine, contati i chilometri decidiamo di uscire ad un bivio e arriviamo ad un paese dove, non senza fatica, riusciamo a farci indicare la direzione per il sito. Ci viene indicata a gesti... molto eloquenti ( usano tutto l'avambraccio e in aggiunta le dita). La strada corre tra campi incolti fiancheggiati da numerose tende di beduini, e sempre, onnipresenti, rifiuti e sacchetti e bottiglie ovunque. Intravediamo pastorelli che controllano le loro greggi di pecore. Marrone nelle sue varie sfumature è il coloApameare dominante. Finalmente intravediamo da lontano un colonnato e capiamo di essere sulla via giusta. Ci vorrà ancora mezz'ora prima di arrivare perchè il sito non è indicato e sembra non vi sia alcuna strada per raggiungerlo. Imbocchiamo quella giusta quasi per caso. Arrivati tutto è deserto. C'è un gran silenzio intorno. L'imponente via colonnata si staglia contro l'azzurro del cielo, lunghissima, in due direzioni. Il caldo è intenso e si suda copiosamente; sono le 11 ormai, ma ci incamminiamo felici sull'antica Via. Un gruppo di archeologi Belgi sta compiendo rilievi. Oltre a loro solo tre- quattro turisti e... invadenti locali in motorino che cercano di convincerci a comprare " "monete antiche"". Ce ne andiamo, soddisfatti, dopo un'ora.
La prima impressione di Hama è quella di una città moderna. Grandi viali s'incontrano nella piazza della Torre dell'orologio. Fatichiamo a trovare l'hotel prescelto, il Noria. ci riusciamo grazie alle indicazioni di due turisti libanesi. E' un 4 stelle cui si accede tramite un ascensore, situato dentro una stretta galleria tra i palazzi. Non si presenta certo bene! Usciti al quarto piano però, ci troviamo in una bella, luminosa hall, con pavimenti di marmo. L'uomo alla reception parla un perfetto inglese, è scherzoso e accogliente e ci assegna una grande camera, ben arredata e con tutti i comfort.
Meno male, perchè dopo pranzo iniziano i problemi per entrambi: è tutto un correre in bagno!! Facciamo abbondante ricorso all'Imodium e io mi prendo anche gli antibiotici. Passiamo il resto del giorno e buona parte del successivo chiusi in camera, riuscendo a Norietrattenere solo del the e biscotti secchi "CONFEZIONATI", acquistati in mattinata in un rapido raid ai negozietti sull'altro lato della via. Riemergiamo disfatti solo nel tardo pomeriggio del giorno dopo, quando ci azzardiamo a percorrere lentamente il lungofiume. E' bellissimo! Lungo il corso dell'Oronte si stagliano enormi le Norie, gigantesche ruote in legno, che convogliavano l'acqua nell'acquedotto. Sull'altra riva si staglia la città vecchia. Attraversiamo il ponte per raggiungere la vecchia moschea sull'altro lato e ci fermiamo ad osservare le prodezze di alcuni ragazzi che si tuffano nel fiume da una noria. Ci sediamo ai tavoli del bar ristorante di un grande albergo, sorseggiando una birra e ammirando i giochi di luce del sole al tramonto. Ceniamo lì e poi ritorniamo sui nostri passi verso l'hotel. Nel frattempo è calata la notte e pare che tutta la popolazione si sia riversata sul lungofiume, affollando i numerosi locali. Anche noi ci sediamo in uno di essi; ha i tavolini su una terrazza proprio in mezzo al fiume! Per prudenza beviamo solo due chay bollenti! Alle 22,00 siamo di ritorno in albergo e ce ne andiamo a letto.

9 luglio
Hama- Palmyra ( km. 210 circa)
Decidiamo di partire perchè stiamo meglio; prepariamo in fretta il bagaglio, carichiamo la "bestia", paghiamo e...viaaaa! Riempiamo il serbatoio con tutta la benzina verde che ci entra e... On the road again... nel fresco del primo mattino. Superata agevolmente la distanza che ci separa da Homs, una quarantina di chilometri di autostrada, imbocchiamo il bivio per Palmyra. La strada si snoda con piacevoli saliscendi e qualche buca, affiancata da coltivazioni, per qualche decina di chilometri, finchè queste lasciano il posto ad un paesaggio via via più brullo. Radi cespugli, sabbia e sassi, non un'anima in giro nè abitazioni. La strada diventa diritta e non c'è altro intorno, niente a spezzare la monotonia del paesaggio. Nuvole di polvere in lontananza... Giungiamo in poco tempo a destinazione e ci dirigiamo subito al sito archeologico. Quando notiamo l'indicazione Hotel Zenobia. _Possibile che sia nel sito?- chiedo a Knut. Proprio così! Ci fermiamo davanti all'hotel... sull'altro lato ci sono i primi resti di un tempietto, delle colonne...decidiamo di pernottare lì. Ci assegnano una camera al pianoterra la cui finestra dà proprio su questa... incredibile meraviglia! Molliamo borse, giacche, caschi... e, armati di videocamera, macchina fotografica e 2 bottiglie d'acqua, partiamo per l'esplorazione del più famoso sito archeologico siriano. Sono le 10 passate da poco, ma già il Beduina a Palmyrasole picchia implacabile.
Non abbiamo neanche un cappello! Ci cuoceremo!
Appena ci avventuriamo sull'antica via ci viene incontro un ragazzino che ci mostra la sua merce.
Non è invadente e compriamo 2 kefiah: bianca e nera per me, bianca e rossa per Knut. Ce le sistema anche nel modo corretto e non stiamo a contrattare più di tanto...Poi iniziamo il nostro tour, cercando di evitare: venditori a piedi, in motorino, a cavallo di asini e in groppa a dromedari!
Loro devono sbarcare il lunario, li capiamo, noi però vogliamo poter visitare il luogo senza essere continuamente infastiditi! Ci riusciamo solo inoltrandoci tra le rovine evitando di camminare sui sentieri lastricati. Paghiamo il biglietto per entrare nel teatro: è piccolo, ma splendido e molto ben conservato. Poi proseguiamo lungo la via colonnata, lunga un il teatro a Palmyrachilometro, ammirando il tetrapilo, molto particolare: quattro gruppi di colonne, su di una piattaforma quadrata, sorreggono pesantissimi cornicioni. Il caldo è soffocante perciò torniamo indietro fino all'arco trionfale, molto bello, e da lì ci incamminiamo verso il Tempio di Bel. Per accedervi si paga un biglietto. Entriamo e percorriamo il grande cortile cinto da mura, per lo più diroccate, sino al tempio vero e proprio di cui non resta molto se non l'altare sacrificale e la cella sotterranea. Ci sediamo un po' all'ombra dell'edificio a riposare, guardandoci intorno: un verde palmeto s'intravede, grazie al muro di cinta diroccato, oltre le colonne rimaste in piedi. Si respira il soffio del tempo!

 

 

 

VIAGGI                TOP                 SEGUE