Logo Siria / Giordania3

Album

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

OLd Camera

 

 

 

 

12 luglio
Mar Morto - Petra ( km. 328 circa)
Questa mattina, prima di partire, voglio acquistare i sali del Mar Morto e i fanghi al negozio dell'hotel. Al momento di saldare il conto chiedo alla reception l'orario di apertura del negozio.Mi rispondono " alle 9,00." Mancano una ventina di minuti perciò, mentre Knut carica la moto e fa qualche controllo, io mi piazzo in attesa davanti alla porta. Il tempo trascorre lentamente, ma non si vede arrivare nessuno... Passano le 9,00, poi le 9,15 e ancora nessuno apre il negozio. Comincio ad irritarmi e domando ad un addetto del personale che mi risponde...non prima delle 10,00. Sono furibonda! Abbiamo perso 45' per niente...salgo alla reception e dico loro cosa penso****, poi raggiungo Knut al parcheggio dove in sella alla GS mi sta aspettando, sudando copiosamente. Girano le cosiddette anche a lui, ma notando la mia espressione delusa mi suggerisce di... andare a far compere al vicino Movenpick! Detto fatto! Resto colpita dall'ambiente estremamente elegante e splendido di questo lussuoso hotel. Per raggiungere il loro negozio, aperto dalle "8,00" cammino in un ambiente paradisiaco, dove una natura lussureggiante si sposa con un'architettura costituita di piccoli edifici, stile casette di uno pseudo villaggio arabo... effettuo i miei acquisti e torno dal mio compagno, ormai impa2 su Kings HighWayziente di partire. Finalmente imbocchiamo la stessa strada panoramica per Madaba, perchè vogliamo arrivare a Petra percorrendo la King's Highway. E' una strada bellissima e molto panoramica, in alcuni tratti spettacolare. Ci si inerpica e si discende per infinite colline arrotondate, che assumono colorazioni e sfumature diverse, a seconda delle rocce di cui sono composte. Penso a che spettacolo debba essere in primavera! Quando i colli si ammantano di abiti dalle tinte accese e multicolori. Ora vi sono tutti i possibili toni del marrone e... non credevo potessero essercene così tanti! E' mezzogiorno passato quando arriviamo ad Al Karak per vedere il suo castello. Giriamo su e giù per il paese due volte, senza trovare indicazioni per il sito. Finalmente individuo un cartello e lo indico a Knut, che, però, mi comunica che sarebbe il caso, prima, di trovare al più presto un benzinaio. " Ok" gli rispondo, mentre imbocchiamo una strada che esce dal paese, in direzione della Desert Highway, dove supponiamo sia più facile trovare le preziose pompe. Percorriamo all'incirca 30-35 chilometri su una strada abbastanza trafficata, anche di mezzi pesanti, che fanno la spola da e verso Karak e diverse industrie. Non incontriamo benzinai di sorta ed arriviamo all' autostrada del deserto. Il caldo è tremendo, 45°, e il deserto è un'infinita distesa grigiastra che si perde nel nulla! Entriamo tra le baracche della zona adibita al commercio e all'artigianato, di quella che sembra essere la periferia squallida di un villaggio, per chiedere informazioni. Un tizio, sporco di olio di motore, esce da quella che deve essere un'officina, capisce al volo il gesto che Knut fa sopra al serbatoio della moto e ci indica a grandi gesti che avanti un paio di km. si trova un'area di servizio. Sarà una ricerca allucinante! Arrivati alla nuovissima area di servizio la troviamo... non ancora in funzione! Ci tocca proseguire per svariati km, in direzione di Amman, finchè vediamo un'auto pattuglia della polizia. Ci dicono di tornare indietro, al villaggio precedente, dove troveremo un benzinaio. Perplessi, appena possiamo facciamo dietro front. Percorriamo l'autostrada nell'altro senso di marcia, scrutando attentamente, ma...niente! Vi sono negozi, ristoranti, baracche...ma non benzinai! E rieccoci tornati al bivio per Karak; non sappiamo che fare... riattraversiamo l'arteria stradale e torniamo a chiedere al meccanico di prima. A gesti e parole spieghiamo che la nuova area è " closed". La piccola folla di uomini e ragazzi che si è radunata nel frattempo intorno a noi, commenta la situazione,
finchè un ragazzo ci fa capire che ad 1 km da lì, ma sull'altro lato dell'autostrada c'è un benzinaio. Cribbio! Ma se ci siamo appena passati! Decidiamo che un locale ne sa sicuramente più di noi, quindi ripartiamo. Ripassiamo davanti all'autopattuglia e, appena possiamo, saltiamo sull'altra carreggiata. Questa volta andiamo pianissimo e, arrivati vicino ad un ristorante con annesso negozio di souvenir, chiedo a Knut di fermarsi perchè sono stanca e ho fame, sono le 13 difatti.il Benzinaio

                                                  Il Benzinaio

Lui accosta entriamo sullo spiazzo e...finalmente vediamo il benzinaio! E' proprio lì di fianco! Le pompe sono interamente coperte da ponteggi e impalcature e non c'è alcun cartello! Sfido io che non lo trovavamo! Facciamo rifornimento e ci sediamo nel ristorante, al fresco dell'aria condizionata; benedetta invenzione! Consumiamo unicamente salatini, patatine e bi47Cscotti confezionati, acqua e 2 cay. Dopo una mezz'ora ripartiamo. A quel punto nessuno dei due ha più voglia di tornare a Karak per visitare il castello. Decidiamo di dirigerci a Petra su questa autostrada, che è più veloce. Non vi dico quanto sia stato duro trovarsi alle 13,30/14,00 su quel nastro infuocato nel deserto. Il termometro ha raggiunto i 47°. Ho creduto di non farcela, ma ho stretto i denti e non mi sono lamentata, per non preoccupare il mio compagno che, ogni due per tre mi chiedeva - Ce la fai?- oppure Petra Pallace- Dai che non manca molto! - L'ho amato per queste sue premure! Dopo circa 120 km, a Ma'an, abbiamo ripreso la via delle colline e ci siamo diretti a Wadi Musa ( Petra). Appena saliti di quota la temperatura è scesa di 3/4 gradi e il resto del percorso è stato più piacevole. Ci siamo fermati 2 giorni al Petra Palace hotel, proprio vicino all'ingresso del sito archeologico. E' un discreto 3 stelle, €60 con colazione a buffet. Abbiamo scelto una camera al piano terra, con verandina, ad un passo dalla piscina, nella quale ci siamo subito tuffati, rimanendo a mollo e ad oziare fino a sera.

la Piscina Petra Pallace

 

13 luglio Petra
Giornata interamente dedicata alla visita del sito nabateo. E' con grandi aspettative che ci Rocce Petrapresentiamo alla biglietteria alle 7,30. Compriamo 2 biglietti all'esorbitante cifra di 33JD l'uno! Che ladrata!
Ci incamminiamo lungo il sentiero di circa 1 km che conduce all'inizio del canyon. E' ancora presto e solo una coppia cammina davanti a noi, mentre alle nostre spalle sta sopraggiungendo una famiglia araba vociante. Allunghiamo il passo per non udirli. Vogliamo sentire su di noi il peso del silenzio, ascoltare le voci della natura, guardarci intorno con calma mentre, sempre più emozionati, entriamo nel Siq. Si intravede il TessoroCome raccontare ciò che si prova inoltrandosi in questa gola, le cui pareti, sempre più incombenti, si stringono e assumono tutte le diverse colorazioni nella gamma dei rosa. Avanziamo a bocca aperta, scattando foto e riprendendo con la videocamera le rocce incantevoli. Quando giungiamo, dopo 1,2 km. al punto più stretto... intravediamo oltre la fenditura il " Tesoro". Il respiro si ferma davanti a quest' apparizione d'oro rosato, lambita su un lato dalla sciabola luminosa del sole. E' quasi troppo! Usciamo dalla gola e ci dobbiamo sedere su una panchina, osserIl Tessorovando in un silenzio ammirato le perfette, armoniose forme del Tempio! Pochi turisti intorno a noi, stesse espressioni estasiate, nessuno fiata! A tratti s'ode solo il verso sgraziato di un cammello.
Alla fine dobbiamo pur alzarci, sta sopraggiungendo altra gente dalla gola e il piccolo spiazzo inizia a riempirsi. Proseguiamo lungo il Siq esterno, ancora in ombra, osservando le sue pareti crivellate di tombe e case, costruite dai Nabatei e note come Strada delle Facciate. Quello che colpisce è la roccia, dalle incredibili striature rosa- violacee, sembrano pieghe di un tessuto! Mi soffermo ad immortalare diverse facciate di queste tombe. Poi avanziamo verso il teatro, inizia ora ad essere illuminato dal sole, che fa risplendere i suoi colori. Fu scavato in una roccia, dai Nabatei, più di 2000 anni fa ed è particolarissimo e ... BELLISSIMO!! Ci fermiamo ad ammirarlo, poi vi entriamo, salendo e scendendo dalle sue gradinate. Sono le 9,00 ed il sole inizia a scaldare parecchio, abbiamo scordato le kefia e la crema solare, iniziamo a sentire i morsi della sete. Ci allontaniamo dirigendoci sull'opposto lato, ancora in ombra, lungo la via delle Tombe Reali. Qui il letto del Wadi si allarga molto, costellato qua e là di oleandri fioriti. Udiamo un sonoro ragliare di asini e, girandLara Croftoci, ne vediamo un gruppetto di 6/7 scendere dalle rocce agilmente e incamminarsi di buon passo, verso di noi. Presto ci arrivano a fianco trotterellandoci vicino. - Ma sono soli! - esclamo, - Che carini! - Ma ecco arrivare un uomo che, a colpi del suo lungo bastone, li tiene uniti e li indirizza. Povere bestie! Ci arrampichiamo sulle rocce, oltre un gruppo di baracche che vendono souvenirs e da bere, per vedere da vicino l'imponente Tomba dell'Urna. Poi, più in là, la straordinaria Tomba di Seta, così denominata per le meravigliose venature rosee, gialle e bianche della roccia; da lì si arriva alla grandiosa Tomba del Palazzo: rappresenta un palazzo di stile ellenistico, a tre piani, con numerose e belle decorazioni.
Scendiamo poi dalla collina verso la Strada Colonnata, al cui inizio si staglia un grande albero di pistacchio, all'ombra del quale sostiamo 10 minuti per riprenderci dalla fatica e dal caldo. Poi avanziamo di nuovo, in direzione del Museo, vicino a cui parte il sentiero che conduce al Monastero. Arrivati al Museo notiamo, a fianco, un grande bar ristorante, coi tavoli ben ombreggiati da enormi alberi. C'è anche un pozzo, attorno a cui stazionano alcuni beduini coi loro asini. Cercano di convincerci ad affittare i loro animali per salire all'altura del Monastero. Gentilmente rifiutiamo, ma loro insistono, sostengono che ci voglia 1 ora di cammino! Ci allontaniamo e dopo un po' desistono e ci lasciano in pace. Procediamo ancora ed io sono sempre più stanca.
Il sentiero inizia a salire, inerpicandosi sul fianco della montagna. Incrociamo un turista che ne discende e gli domandiamo quanto manchi alla cima. Fa un gesto eloquente, poi esclama: - 20 minutes, don't worry!- Aghh! Ancora 20 ' in salita, sotto al sole! Il mal di schiena è tornato a tormentarmi e dubito di farcela. Siamo seduti su un gradino, in mezzo il Monasteroal sentiero, a decidere il da farsi... quando veniamo quasi travolti da un bambino di circa 9 anni, che scende a rotta di collo, cavalcando un asino. Si ferma in tempo e ci offre di portarci su a dorso d'asino perchè, dice, " Monastir is far, far, one hour walking, twenty minutes with the donky!" Ahahah! Ridiamo noi, il furbetto vuole fregarci. Per fortuna sappiamo che restano solo 20 minuti a piedi. Al nostro rifiuto vuole venderci delle cartoline e, quando rispondiamo di no, che abbiamo la macchina fotografica, si arrabbia, ci copre d'insulti e si allontana! Stabiliamo che Knut salirà al Monastero, mentre io tornerò indietro, piano piano e mi fermerò ad attenderlo, seduta all'ombra degli alberi, al bar-ristorante, dove poi pranzeremo. Così torno sui miei passi, sgranocchiando dei salatini, fino al ristorante. Arrivata... vengo letteralmente accerchiata da giovani beduini invadenti che stazionano accanto al pozzo e che vogliono a tutti i costi farmi salire su un asino. Rifiuto cortesemente, poi, sempre più infastidita, li guardo dritto negli occhi e ribadisco il mio no con tono duro. Funziona! Si allargano, mi lasciano passare, non senza risolini di scherno e battute, standomi sempre alle costole, così... scavalco il basso recinto che circonda il ristorante e mi accomodo ad un tavolino, all'ombra! Da quella sicura postazione osservo l'andirivieni di accaldati e stanchi turisti che subiscono "l'assalto" dei giovani beduini e le loro reazioni, c'è chi profferisce uno stanco diniego, chi prosegue con lo sguardo fisso in avanti, chi si irrita ed alza la voce... Qualcuno capitola e sale in groppa ai poveri somarelli. Il tempo passa lentamente, ho sete, ma nessun cameriere si è fatto vivo, perciò vado al banco bar e chiedo un cay e dell'acqua minerale. Mi sento rispondere che aprono solo all'ora di pranzo, quando sarà pronto il buffet ... E' ormai mezzogiorno passato e scruto il sentiero per vedere se Knut arriva. Ormai è trascorsa un'ora e mezza da quando ci siamo lasciati! Dopo un altro po' decido di trasferirmi al più semplice bar sull'altro lato del sentiero. Ho visto che si è appena liberato un tavolo all'ombra e so che il mio compagno approverà perchè non ama i lauti pranzi a buffet. Detto fatto mi sfiondo di là e, dopo neanche 5 minuti, vedo sopraggiungere Knut. Mi sbraccio e lo chiamo, mi nota e si affretta a raggiungermi. E' contento di potersi finalmente sedere e riposare all'ombra! Ordina una bottiglia d'acqua e ne ingolla subito metà, Poi ordiniamo kebap e patate fritte e 2 cay. Mi descrive ciò che ha visto: la bellezza del Monastero, una copia in scala maggiore del TBambina Beduinaesoro; il panorama, splendido, ammirato da lassù; la foto scattata, a sua insaputa, ad una bellissima bimba beduina che, sola dietro al banco di un baracchino, un canto con voce dolcissima. Restiamo lì, seduti tranquilli, leggendo la guida, per molto tempo. Non osiamo riemergere al sole e riprendere la strada. Ma prima o poi bisogna pure che ci alziamo. Ci decidiamo quando l'ombra inizia a ritirarsi dal nostro tavolo, paghiamo e ci avviamo sotto il sole implacabile delle 14,30. Arranchiamo faticosamente, ripercorrendo la strada del mattino. Giungiamo alla Strada Colonnata e noto diverse, buffe carrozzelle trainate da un cavallo, che la percorrono in entrambe le direzioni. Quando una si ferma per far scendere una coppia, non esitiamo neanche un momento, ci avviciniamo e domandiamo al beduino che la guida: - How much? - lui risponde - 40JD- E' troppo dico io, cercando di contrattare, sulle prime l'uomo è irremovibile, poi ci accordiamo per 35JD, la mia schiena necessita requie, per oggi ho camminato a sufficienza! Facciamo appena a tempo a salire a bordo e a sederci che la carrozzella parte traballando. Va tutto bene finchè si percorre il sentiero in terra battuta, non altrettanto quando si passa su rocce o , ancora peggio, sull'acciottolato. Essendo sprovvista di ammortizzatori i sobbalzi mi provocano fitte allarmanti alla lombare, così scendo e proseguo a piedi nei tratti di acciottolato, approfittandone per riprendere ciò che mi incuriosisce. Fuori dal Siq torna la terra battuta e procediamo spediti sino all'ingresso. E' stata un'esperienza divertente! Al rientro in albergo ci stendiamo sul letto, al fresco, per un paio d' ore, poi piscina e aperitivo. Come la sera precedente ceniamo ad un tavolino apparecchiato a bordo vasca. Diversi lumini navigano sull'acqua creando effetti suggestivi, su ogni tavolo brilla la fiammella di una candela; sopra di noi il cielo stellato e nell'aria il dolce profumo degli ibischi. - Che momento magico! - esclamiamo, brindando con dell'ottimo bianco!

 

14 luglio
Petra - Wadi Rum - Aqaba- Royal Diving Center ( km. 204 circa)

Questa mattina ci svegliamo alle 7,00, vispi e arzilli. Prepariamo il bagaglio, facciamo un'abbondante colazione, paghiamo e alle 8,00 siamo già in moto. Usciamo da Petra dal Cris Wadi Rumlato opposto a quello d'ingresso. La strada sale e arriviamo alla zona dei grandi alberghi. La vista è stupenda da lì, spazia sulle rosse colline che cingono Wadi Musa ed oltre, verso il deserto. Ci fermiamo ad ammirare il panorama e a riprendere con la videocamera. Poi ci dirigiamo verso sud, sulla bella statale 35, in direzione di Aqaba. La strada finisce sulla Desert Highway dopo una quarantina di chilometri. Da lì il deserto e le rocce e le colline rocciose intorno sono un'unica sinfonia di rosa. Percorsa un'altra quarantina di chilometri si arriva al bivio per il Wadi Rum, che imbocchiamo prontamente. La strada procede diritta in direzione di torreggianti formazioni rocciose che, al sole del mattino, si colorano di viola- rosa-rosso, mentre la sabbia è cipria rosa tutt'intorno a noi. Siamo rapiti da tanta bellezza e sostiamo più volte per scattare fotografie che, già lo sappiamo, non potranno mai rendere appieno la realtà! Vediamo alcuni cammelli allo stato brado, che brucano tranquilli... non so che! Giungiamo dopo una quindicina di chilometri al Centro visitatori, dove dobbiamo pagare ben 5€ solo per entrare a chiedere informazioni. Scopriamo che da lì si può proseguire in moto solo per altri 4/5 chilometri, fino al villaggio beduino, dove dovremo lasciarla e proseguire con un'escursione guidata, in jeep, attraverso il deserto. Così facciamo ma, una volta giunti al cosiddetto villaggio non ci piace. E' tutto palesemente "finto" a misura di turista. Intravediamo una fila di jeep che, sollevando polveroni, scorazzano in direzione di alcuni roccioni.
Palme Coral Bay Siamo un po' delusi, ci eravamo aspettati qualcosa rimasto ancora "naturale". Decidiamo di non fermarci e torniamo sui nostri passi, prendendocela comoda ed uscendo dalla striscia di asfalto ripercorriamo la strada fino a tornare al punto in cui si rientra sull'autostrada del deserto. Da lì arrivare ad Aqaba è un attimo. La superiamo avendo deciso di concederci 3 giorni al mare e proseguiamo, in direzione del confine con l'Arabia Saudita, 4 km. prima del q uale è situato il Royal diving center, all'interno di un'area appartenente alla Marina Giordana. Lì si trova il Coral Bay Resort, € 80 la doppia con colazione, dove abbiamo deciso di alloggiare. Saranno 3 giorni interi dedicati al relax, ai bagni e alla scoperta dei meravigliosi fondali del Mar Rosso. Giornate in cui ci siamo potuti riempire gli occhi e l'anima di tanta bellezza:il mare tiepido e trasparente così ricco di forme di vita dai multiformi colori; le grandi palme da dattero le cui fronde ondeggiano al vento; i tramonti infuocati, col sole che scende dietro la costa che Israele ed Egitto condividono.

Tramonto Coral Bay              Tramonto Mar Rosso

 

 

17 luglio
Coral Bay Resort - Arabia Saudita - Jerash ( km. 475)
Ci piacerebbe rimanere un altro paio di giorni, ma non possiamo ed è con grande rammarico che la mattina del 17, prima delle 8,00, ripartiamo. Inizia il viaggio di ritorno. Essendo giunti così a sud decidiamo di arrivare fino al confine con l'Arabia Saudita, percorrendo la manciata di chilometri che da essa ci dividono. Quanto mai! Il mare s'intravede appena, è un susseguirsi unico di industrie. L'asfalto è giallo per una strana polvere che fuoriesce dalle fabbriche o forse dai camion che, numerosi, entrano ed escono da esse. Caparbi procediamo, un po' impressionati, sinchè arriviamo alla dogana. Knut mi propone, tra il serio e il faceto: - Che ne dici se provassimo a entrare di là? - subito ribatto: - Fossi matta! - Ridendo facciamo dietro front e giriamo l'Adventure in direzione nord. Imboccata la Desert Highway ci lanciamo verso Amman, bruciando i chilometri. - Non voglio trovarmi ancora su questa infernale arteria durante le ore più calde!- Penso. Ma, dopo circa 200 km. iniziano i lavori e siamo costretti a seguire una deviazione, che ci porta per una cinquantina di chilometri, su una statale trafficata, che s'inoltra tra le colline. Perdiamo parecchio tempo ed è così che, a mezzogiorno, non siamo ancora arrivati ad Amman, anche se non manca molto. Ci fermiamo ad un'area di servizio con ristorante per un pranzo veloce, poi via di corsa e nel primo pomeriggio siamo di ritorno all'Olive Branch Resort, nel fresco delle montagne, a nord di Jerash. Il proprietario ci riconosce e ci dà la stessa camera della settimana precedente.

18 luglio
Jerash - Crac des Chevaliers (km. 440 circa)

Partiamo alle 8 per arrivare presto alla frontiera di Deraa. Difatti la raggiungiamo in meno di un'ora, dato lo scarso traffico. Siamo speranzosi di cavarcela in un'oretta... ci metteremo invece quasi due ore, sudando e sgomitando come al solito. Credendo d'esser furbi l'abbiamo presa dalla statale, anzichè dall'autostrada, ma i "doganieri siriani" qui sono meno gentili, sembrano più tonti e più cazzuti degli altri! Riusciti nell'impresa ripartiamo e, percorsa una ventina di chilometri, ci immettiamo sull'autostrada per Damasco. Abbiamo intenzione di fermarci lì un paio di giorni. Invece, ad una quindicina di chilometri dalla capitale, sbagliamo diramazione e ci ritroviamo in un ingorgo allucinante, dove i veicoli devono incanalarsi in una specie di imbuto, dovuto ai lavori. L'Adventure, con le borse laterali sporgenti, non riesce a trovare dei varchi e i siriani, alla guida di qualunque tipo di veicolo, combattono strenuamente per non farsi superare. Risultato... siamo costretti in coda anche noi. Ci impiegheremo più di un'ora per: uscire alla prima uscita possibile e tornare indietro, finire fuori dall'autostrada per una deviazione e non vedere più alcun cartello per rientrare nella giusta direzione, chiedere informazioni ad un poliziotto, che ce le dà... sbagliate così è con orrore che vediamo riprofilarsi l'ingorgo incubo precedente, tagliare per un prato pur di non tornare in quel casino infernale. E' quasi l'una ormai, il caldo è soffocante e la sete ci divora: l'ultimo liquido bevuto è stata una bottiglietta di acqua minerale in dogana. Dobbiamo trovare un punto di ristoro al più presto! All'improvviso, quando lo sconforto e la rabbia sono al massimo, ci appare un cartello " Homs" - Sii!! - grido entusiasta - andiamo là e poi direttamente al Crac dei Cavalieri! Non ne posso più! Si vede che è destino che non si riesca ad entrare a Damasco! - Knut, sudato al pari mio e snervato, approva immediatamente. Ed è con soddisfazione che giriamo definitivamente, e senza alcun dispiacere, le spalle a Damasco e ci lanciamo verso nord. Dal primo benzinaio compro 1 bottiglia d'acqua e 2 bottigliette di succo d'arancia che ci scoliamo fino all'ultima goccia, seduta stante. Così reintegrati i liquidi proseguiamo. Dopo una cinquantina di chilometri di autostrada, tra alte montagne, dove l'aria s'è finalmente rinfrescata, complice anche qualche bel nuvolone, avvistiamo una... non so come definirla... costruzione non del tutto ultimata, qualcosa a metà tra un fornaio e un ristorante. Ci fermiamo, parcheggiamo la moto nello spiazzo in terra battuta ed entriamo. All'interno ci appare un'ampia sala, semivuota, ad un lato della quale campeggia un enorme forno. Sull'altro lato un lungo bancone su cui due donne insacchettano biscotti. Più in là ecco un bancone con vetrinette dietro cui fan bella mostra pizze, focacce, biscotti....insomma prodotti da panettiere! Alcuni clienti stanno acquistando prodotti, noi osserviamo la scena mentre tutti i presenti posservano noi con curiosità. Facciamo segno al " fornaio/
pizzaiolo che vorremmo mangiare qualcosa lì. Subito ci fa cenno di sì, poi ci porta al bancone e ci fa scegliere, indicandoli, quali prodotti vogliamo. Gli indichiamo due specie di pizze, ci fa sedere ad un piccolo tavolino e ce le prepara al momento.Le annaffiamo con due lattine di coca cola prese da un freezer, belle gelate e... ah! Che meraviglia! Come basta poco, a volte peIl Crackr essere felici! Ripresa la strada superiamo Homs, dopo di che imbocchiamo l'autostrada in direzione Tartus e, verso le 16,30, arriviamo al Castello. Bellissimo e imponente si staglia in cima ad una collina, peccato che il tempo si sia guastato, l'aria è molto umida ed inizia a piovigginare. Decidiamo di cercare prima un alloggio per la notte, perciò proseguiamo sulla strada che aggira la fortezza per alcuni chilometri, finchè scorgiamo l'insegna " Francis Hotel", dove prendiamo una camera a 150 dollari, con vista stupenda sulla vallata e i monti circostanti. Scaricata la moto ci cambiamo, poi torniamo al castello per visitarlo.

Parcheggiamo la moto davanti all'imponente fortezza. Proprio in qCammelliereuel momento ci passa davanti un buffo cammelliere che rotea le briglie del suo animale, per attirare l'attenzione dei turisti. Rifiutiamo l'offerta di un giro in groppa all'animale e, salita una breve rampa di scale, acquistiamo i biglietti d'ingresso. Non faccio a tempo a girarmi verso l'entrata che un individuo, qualificatosi come guida, si offre di accompagnarci. Rifiuto cortesemente mostrando la mia guida, al che lui
me la toglie di mano con gesto brusco e inizia a leggere, ridendo. Poi dice che "la guida è stupida, e che lui è molto meglio!!..." lo guardo allibita per tanta protervia, poi allungo la mano chiedendo la restituzione del libro. Si decide a ridarmelo quando Knut gli dice, in tono deciso, di piantarla. Ecco un esempio di ciò che non mi è piaciuto in Siria: la grande arroganza di alcuni uomini!
L'ingresso al castello avviene attraverso una rampa, che dà accesso alle mura esterne con le loro 13 torri, composta di larghi gradini, affinchè potessero passare due cavalli Me Crackaffiancati. La rampa termina in uno spiazzo aperto da cui si può salire verso la fortezza interna oppure proseguire verso un'altra torre. Quello che è interessante osservare è la struttura imponente e massiccia del castello, le sale, al piano terra, dagli alti soffitti a volta, sostenuti da grossi pilastri, ma... il tutto è lasciato molto ...grezzo. Il muschio ricopre i muri, non c'è illuminazione perciò bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi, non vi sono pannelli illustrativi o frecce che indichino le direzioni.
Insomma a noi è piaciuto di più fuori che dentro!
Terminata la visita torniamo in albergo a rilassarci fino all'ora di cena. Ceniamo sulla terrazza dell'hotel, nonostante l'aria sia decisamente freddina, godendoci la bella vista.

 

Viaggi                    Back                    TOP                        Segue