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11 luglio
Sarajevo
 Dedichiamo la giornata seguente alla visita della città, attraversata giorno e notte da una moltitudine di persone che affolla i numerosi locali all’aperto. Oggi è l’11 luglio, anniversario della strage di Srebrenica, molto sentito dai bosniaci musulmani. Notiamo  un folto gruppo di persone, davanti alla Moschea di Bascarsija, indossano tutti delle magliette con la scritta “ Don’t forget Srebrenica” e cantano inni. E’ il loro modo di commemorare i morti nella strage. Pensierosi e proseguiamo alla volta del Bursa Bezistan, il vecchio bazar, che sorge all’interno del complesso, coperto da caratteristiche cupole, curiosando tra le merci esposte nei negozietti. C’inoltriamo lungo le stradine laterali e scopriamo i resti, romani??, di antiche mura dietro le quali spunta lo snello minareto di una moschea. Tornati sulla via principale giungiamo ad una piazza che sembra segnare l’ingresso in un altro quartiere. Qui, difatti, sorgono chiese, la torre dell’orologio e bei  palazzi dalle facciate ottocentesche fiancheggiano la via. Decidiamo di entrare in uno di essi sulla cui facciata spicca lo striscione di una mostra fotografica sull’eccidio. La galleria espone foto e testimonianze su Srebrenica molto toccanti; usciamo commossi. Sul marciapiede rosa_di_sarajevoantistante scattiamo una foto alla cosiddetta “ Rosa di Sarajevo” macchie di sangue rivestite di una resina rossa che le ha fissate per sempre nella pavimentazione. Nei dintorni possiamo osservare i segni lasciati dalle pallottole sulle facciate di molti edifici; di alcuni resta solo lo scheletro. Gli abitanti non hanno cancellato le tracce della guerra, le hanno lasciate a imperitura memoria! Nel pomeriggio raggiungiamo la collina di Vratnik e la sua fortezza, attraversando un cimitero. E’ impressionante leggere sulle lapidi che sono tutti morti tra il 1992 e il 1995!! Arrivati in cima al colle, ci affacciamo ad un belvedere, dove lo sguardo spazia sulla città e sulle colline circostanti: ovunque spiccano le lapidi bianche dei cimiteri. Torniamo lentamente verso la città vecchia, dirigendoci alla casa Svrzo, la più antica e meglio conservata casa ottomana della città per una visita.  ne usciamo soddisfatti. Più tardi percorriamo le vie pedonali, lastricate, del quartiere e c’infiliamo nel Dveri, simpatico locale in cui ceniamo senza infamia e senza lode.

 

 

 

 

12 luglio
Sarajevo-Kostelski Buk km 328

Ci svegliamo con il ticchettio della pioggia sul lucernario, peccato…proprio quando dobbiamo partire! Oggi è il giorno che segna l’addio ai nostri compagni di viaggio. Infatti, mentre noi proseguiremo verso il nord e la Croazia, loro percorreranno il nostro casa_di_Ivo_Andricitinerario in Montenegro. Dopo la colazione al baretto accanto, carichiamo i bagagli sull’Adventure, salutiamo gli amici e lasciamo Sarajevo sotto  un’insistente, sottile pioggerella autunnale. Prendiamo la direzione per Zenica, imboccando poi la E661 per Jaice. Sostiamo a Travnik, la città natale dello scrittore Ivo Andric, autore del romanzo “Il ponte sulla Drina”, giusto il tempo necessario per scattare qualche foto, poi ripartiamo.  Dopo una quindicina di chilometri il cielo si apre e il sole fa capolino tra le nubi. Il paesaggio intorno è bucolico: verdissime colline tondeggianti, prati, piccoli villaggi. Sorpassiamo un carro trainato da un cavallo e salutiamo i contadini su di esso. Ci fermiamo in uno spiazzo per scattare alcune foto ad un ponte sospeso, poi, presi dalla curiosità, lo percorriamo sino alla sponda opposta che conduce ad un gruppo di fattorie. Poi proseguiamo; ormai il sole la fa da padrone ed inizia a fare caldo. Altra sosta per togliere l’abbigliamento da pioggia. Ci fermiamo per pranzo in un locale davanti a cui gira un grande spiedo con un capretto….gnam gnam! Più avanti la strada serpeggia verso Jajce, cittadina situata alla confluenza dei fiumi Pliva e Vrbas. Suggestivo il suo piccolo centro storico, situato sulle cascate formate dalle acque del Pliva. Lo jajceattraversiamo in moto, lentamente, poi,  decidiamo d’imboccare una stradina che corre lungo la riva destra del fiume. Scelta azzeccatissima perché  ci porta ai laghi del Pliva, specchi cristallini sulle cui rive erbose ci si può stendere, e al cui termine, sulle acque spumeggianti del torrente si trovano alcuni vecchi mulini ad acqua; sembra di essere nel paese dei folletti tanto sono piccoli! Dopo aver scattato parecchie foto riprendiamo la E761 e proseguiamo. Il percorso serpeggia tra verdi boschi per salire poi fino al passo di Mrkonic, a quota 1460 m, dopo il quale, attraversato il corso del Sana, in una sessantina di chilometri siamo a Bihac. Avevamo pensato di pernottare qui per visitare il luogo, ma non sembra particolarmente interessante. Decidiamo di proseguire imboccando una strada che porta alle cascate del fiume Una. Si deve procedere lentamente, rispettando la velocità indicata dai segnali ( 30 km!!) perché Kostelski Bukvi sono numerose postazioni della polizia locale munita di tele laser. Arrivati a Kostelski, troviamo un ottimo hotel, il Kostelski Buk N44°52.892 E15°54.005, situato nel punto panoramico dove il fiume Una forma una serie di cascate. Lo raccomandiamo per la posizione stupenda, il ristorante con un buon rapporto qualità/prezzo e per l’aura di pace e serenità che si prova.

 

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