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Albania 2011

                         
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ALBANIA 2011

Le tanto attese vacanze sono arrivate!!! Oggi si parte per una nuova avventura. Destinazione la penisola Balcanica, in particolare l’Albania, passando per Montenegro e Croazia. Tempo a disposizione: 2 settimane. Questo è stato uno dei motivi per i quali abbiamo optato per un traghetto che ci portasse in Albania e ci consentisse di avere più tempo per girarla. Non essendoci riusciti ne abbiamo prenotato uno, per sabato 2 luglio, che ci porterà in Montenegro, a Bar, partendo da Ancona. La moto è stata tagliandata, le gomme cambiate, le borse dell’Adventure sono già state caricate… non ci resta che andare a dormire sognando che l’indomani mattina arrivi presto.

1 LUGLIO
Milano-Santarcangelo di Romagna.

Partenza da Milano verso le 9,00. Imbocchiamo la tangenziale e poi la A1.
Usciamo dall'autostrada a Bologna S. Lazzaro perché sono segnalate code verso Ancona.
Ci dirigiamo verso Castel S. Pietro, poi Recoaro Terme.  Verso l'Banconeora di pranzo deviamo per il borgo di Dozza Imolese che si rivelerà una sorpresa per i bellissimi affreschi che coprono le facciate delle case. Pranziamo alla particolarissima Osteria del Borgo: (44°21'33.65"N 11°37'45.61"E) quadri che ricoprono interamente le pareti, installazioni che scendono dal soffitto, bancone affrescato…e si mangia pure bene! Ritemprati continuiamo a bighellonare per le vie del borgo, ammirando gli edifici affrescati. La mia attenzione è calamitata, quasi non riesco a soffermarmi su un muro dipinto che quello successivo già mi cattura. Me ne piacciono due in particolare, quello delPranzola donna che, seduta al tavolo per la cena, si gira e sembra fissarti, così come il suo gatto e quello con le botti ed altre cianfrusaglie che sembrano … uscire dal dipinto! Ma il tempo passa perciò ripartiamo. Proseguiamo sulla statale. A pomeriggio inoltrato ci fermiamo a Santarcangelo di Romagna, sta iniziando a piovere e troviamo alloggio appena in tempo all’Hotel Della Porta ( € 85,00). Più tardi, passato il temporale, facciamo una passeggiata. Il paese è caratteristico, con le sue St_arcangeloscalinate, le stradine in salita che raggiungono la fortezza dei Malatesta, le piazzette e le casette ben tenute, la chiesa della Collegiata, con il suo bell’organo ligneo, e la Torre dell’Orologio, sulla cui cima è posizionato un grande angelo. Forse è un po’ troppo “perfetto”, a misura di turista, ma piacevole. Dopo cena altri quattro passi, per perderci nelle viuzze rischiarate  dalla luce dei lampioni, che conferiscono al tutto un tocco di magia.

 

 

 

 

 

 

2 LUGLIO
Santarcangelo-Ancona porto.
Lasciamo l’albergo senza fretta, dopo un’abbondante colazione. Imbocchiamo una strada secondaria, verso le colline, perché la piatta pianura ci annoia; sentiamo il bisogno di qualche curva girasoli e il richiamo delle verdi colline intorno. Così attraversiamo i paesini di S.  Martino dei Molini, ci fermiamo alla chiesa di S.Ermete, su un poggio, a scattare qualche foto. Poi prendiamo una sterrata tra i campi e, traversata la statale 72, proseguiamo tra i colli per Coriano e San Clemente. La strada ora piega verso il mare, che s’intravede all’orizzonte. E così che scendiamo a Gabicce, prendendo la via che costeggia il promontorio. La strada è stretta,  s’inerpica con molte curve regalando begli scorci: bellissima. Dopo una ventina di chilometri finisce, purtroppo, e da Pesaro in poi sarà noia infinita e traffico, tanto. Arriviamo al crisporto di Ancona all’una, giusto il tempo di un panino, e poi la lunga attesa sul piazzale. Solo alcuni veicoli sostano come noi a quel molo d’imbarco per Bar, Alle 15,00 arriva il traghetto: è piuttosto piccolo e vecchiotto. Speriamo in bene!! C’imbarcano dopo un’oretta. Meno male perché ha iniziato a piovere. Tutto procede abbastanza celermente, ma… partiremo con circa tre ore di ritardo perché la menave ha aspettato che tutti i  passeggeri prenotati arrivassero!!! La cabina di “prima classe” è molto piccola, la moquette è logora così come gli asciugamani in dotazione. Il prezzo pagato (€ 328) per una sola tratta, con una cabina di quel genere e una moto è decisamente troppo alto. Inoltre la mattina seguente non funziona più lo sciacquone…

3 LUGLIO
Bar – Durazzo.
La giornata è splendida. Ce ne stiamo sul ponte a crogiolarci al sole, tanto non si sbarcherà prima delle 11,00/11,30 visto il ritardo accumulato. Non appena si profilano le alte montagne montenegrine tutti i passeggeri, tra cui molti albanesi, polacchi, russi, si affollano sul ponte. Anch’io mi avvicino, facendomi largo per riuscire a scattare qualche immagine di questo, per me misterioso, Paese. Registro anchknute alcuni brevissimi filmati… Dopo l’attracco, verso mezzogiorno, ci sono le procedure doganali da espletare. Fortunatamente un doganiere ha pietà di noi e di due ciclisti e ci fa passare davanti alla coda. Ed eccoci in Montenegro! Imbocchiamo la strada costiera verso sud e, arrivati ad Ulcinj, ci fermiamo per pranzo in un complesso con negozi, bar e ristorante. Rifocillati riprendiamo il percorso verso il confine albanese di Muraq. La strada diventa secondaria, sempre più stretta e col fondo sconnesso; dobbiamo fare attenzione alle numerose vetture, di grossa cilindrata, che sopraggiungono a forte velocità in senso contrario. Sono albanesi…Usciti da una curva dobbiamo inchiodare perché una lunga coda di veicoli è ferma e capiamo di essere arrivati al confine, anche se non vediamo la dogana. Knut decide di superare la coda  per non cuocerci il cervello nei caschi ( 40°). Arriviamo finalmente ai caselli doganali che superiamo rapidamente e senza intoppi. Subito dopo ci fermiamo ad un baracchino per stipulare un’assicurazione temporanea ( 15 giorni, costo € 12) e finalmente siamo nel Paese delle Aquile! Procediamo spediti, si fa per dire, date le cattive condizioni della strada. Arriviamo ad un pescagrande fiume azzurrissimo, nell’acqua vi sono strane strutture in legno ( pesca?); più avanti inizia il lago di Skoder ( Scutari), su una collinetta svetta un castello. Decidiamo di entrare in città per prelevare moneta locale da un bancomat. Sarà un’esperienza traumatizzante! Come ci fermiamo, accostandoci al marciapiede, un ragazzo si butta sotto alla moto, infilando il corpo tra le due ruote! Urlo per la paura. Lo guardo e mi accorgo che …non ha le gambe! Sono scossa, non capisco cosa stia succedendo…poi realizziamo che è un espediente,  pericoloso, per indurre le persone a fare la carità. In qualche modo riusciamo ad allontanarci; ora anche alcuni ragazzini stanno dirigendosi verso di noi, urlando e tendendo le mani. Giriamo la moto, ripartiamo e ci fermiamo molto più avanti, ad uno sportello bancomat della piazza centrale, vicino a cui sostano 2 poliziotti. Subito dopo lasciamo questa cittadina, per nulla interessante e proseguiamo verso Tirana. La nostra idea è di saltarla e fermarci a Durazzo, dato che è ancora presto. Arriviamo in città verso le 16,00 e troviamo, dopo molto girare, per le errate indicazioni della guida Lonley Planet, alla ricerca di un b&b rivelatosi fatiscente, troviamo una camera all’hotel Mediterrani, ( € 30) in pieno centro, a ridosso dei bastioni.(41°18'36.65"N 19°26'48.40"E) Ci fanno parcheggiare la moto nel…ristorante, accanto a due Harley. Una bella doccia è quel che ci vuole prima di uscire a visitare la città. Il centro storico è piccolo e si gira in poco tempo. Ci sediamo per un aperitivo ai tavolini di un bar, situato sui resti di uno dei torrioni che cingevano il paese una volta. Da lì si gode una bella vista sul mare, il porto e sulla città. Ceniamo nel giardino/ristorante dell’ hotel, seduti vicino alle moto, sotto un folto pergolato. La cena, a base di specialità locali, è ottima: antipasto tipico, gamberoni alla piastra, carne e verdure alla griglia. Il tutto annaffiato da un fresco vino bianco locale. Il prezzo? 3500 lek, cioè € 26,00 circa! Ci offrono anche due bicchierini di una specie di raki. durazzoSiamo talmente satolli da non riuscire più ad alzarci… però non si può non dare un’occhiata alla città by night! Per cui c’incamminiamo tra una folla di gente che passeggia godendosi il fresco. Percorriamo lentamente la strada principale fino alla piazza del Municipio. Sull’altro lato una scalinata conduce alla moschea, davanti alla quale un basso e lungo edificio illuminato ci attira. Così entriamo e visitiamo una mostra di quadri di un pittore emergente locale, piuttosto… bha! Non ci sono piaciuti, però è stato comunque interessante. Ci fermiamo a bere qualcosa e ad osservare il viavai della gente, ai tavolini all’aperto di un bar. Poi, verso mezzanotte, rientriamo in albergo; siamo stanchi, dobbiamo dormire.

 

4 LUGLIO 
Durazzo- Dhermi

Lasciare la città è difficile per via dei numerosi lavori in corso. Abbiamo da poco imboccato una specie di superstrada a 2 corsie per senso di marcia, quando compaiono i primi rallentamenti per i lavori. Solo che tutte e due le carreggiate sono interessate: ad entrambe è stato tolto il  vecchio asfalto ed ora sono coperte di terra e ghiaia. I veicoli si lanciano sgommando, per cercare il varco migliore tra una buca e l’altra, cercando di superarsi a vicenda, mentre noi tossiamo per il polverone sollevato. Procediamo in questo folle modo per diversi chilometri prima che torni l’asfalto. Anche così però è stressante guidare: se stai a destra ti trovi davanti un pullmino o un’auto che frena all’improvviso per far scendere o salire qualcuno, se stai a sinistra rischi di essere travolto da grosse mercedes lanciate a velocità folli! Arriviamo alla città di Fier: è caos! C’è un gran traffico per via del mercato e della chiusura di alcune strade. Così ci troviamo incolonnati in mezzo ad automobili che si spostano disinvoltamente di qua e di là, senza segnalare con le frecce le loro intenzioni. Succede così che, mentre procediamo sulla destra, a bassa velocità, un mercedes ci taglia la strada e ci prende lateralmente, ad una borsa. L’impatto ci fa sbilanciare e cadiamo su un lato, addosso ad un’auto parcheggiata. Urlo per la paura mentre mi ritrovo a picchiare il lato destro del corpo ( le costole) sulla macchina ferma. Knut mi chiede se sto bene e mi rassicura  di non essersi fatto niente. La moto però è a terra e non riusciamo a rialzarla. Arottoccorrono alcuni ragazzi che hanno assistito alla scena. Uno di loro, che parla italiano, mi offre una bottiglietta di acqua e mi consiglia di chiamare la polizia perché l’investitore, che è subito venuto ad aiutarci pare non essere in regola coi documenti.
Intanto arriva un’auto della polizia, ma sempre il ragazzo ci dice di non fidarci di questi poliziotti e di aspettare quelli della stradale ( policia rrugara) che stileranno il verbale. nel frattempo scattiamo diverse foto sia alla moto sia alla mercedes che ci ha investito. Il giovane che era alla guida continua a scusarsi, anche lui parla italiano, a dire che non ci ha visto… Morale capiamo che non è sua la macchina, i documenti del mercedes non sono a posto… ci tocca andare alla sede della polizia e in seguito all’assicurazione dell’investitore…Questo incidente ci causerà: il parabrezza rotto, il suo supporto danneggiato ( valore dei pezzi circa 600 euro), parecchie ore di snervante attesa e di espletamento di incomprensibili procedure, discussioni a non finire… ma porterà anche la conoscenza di brave persone che cercheranno di aiutarci in tutti i modi. Primo fra tutti il ragazzo dell’acqua, Kastriot, che si offre di venire con noi dalla polizia come testimone e che ci accompagna poi all’assicurazione ( perché il responsabile dell’incidente se ne andrà con una ammenda di soli 15 euro) Commossi da tanta sollecitudine, gli offro 50 euro come ricompensa e poi lo invitiamo a pranzo. Lui accetta e facciamo conoscenza mangiando una pizza. Ci racconta di essere grato all’Italia perché gli ha permesso di curarsi ( 4 operazioni alla gamba) all’ospedale di Bologna, dove, a causa delle lunghe degenze ha imparato l’italiano. Poi ci invita a casa sua per mostrare a Knut la macchina trivellatrice per pozzi del padre, si è rotta e non sanno come ripararla perchè il pezzo di ricambio non si trova in Albania. Knut gli assicura che, tornati in Italia cercherà il modo di spedirgli il pezzo di ricambio, poi Kastriot ci porta da un suo amico meccanico. L’amico salda il parabrezza della nostra moto così che noi si possa proseguire il viaggio. Sono oramai le 16,00 quando salutiamo e abbracciamo Kastriot. Risaliamo in sella e partiamo rombando, si fa per dire, verso Valona.Blu Prendiamo una strada secondaria, dove il traffico è scarso, che si snoda nella campagna.
Superata Valona abbastanza rapidamente, la strada costeggia il mare e dopo alcuni chilometri inizia ad inerpicarsi sulle montagne. L’aria si rinfresca. Ai lati compaiono boschi di pini profumati mentre si sale sempre più di quota fino ad arrivare ai circa 1000 metri del Passo di Llogarà. Fermiamo la moto in un punto panoramico: che dire… è bellissimo! Il mare è cobalto puro, il cielo è terso come non mai e soffia un vento gagliardo.
Non ci sono hotel lì in cima, quindi ci lanciamo giù per i tornanti ( 11 chilometri) fino al primo paesino Dhermi. E’ però ancora molto in alto e noi vogliamo stare vicino al mare. Scendiamo perciò una ripida strada che conduce alla spiaggia, dove sorgono alcune semplici strutture e un camping.
Troviamo una camera, modesta ma pulita, all’hotel Luciano(40°08'39.95"N 19°38'03.26"E). Il prezzo di 50 euro al giorno ci sembra un po’ eccessivo, ma sono le 19,00 e siamo molto stanchi….la prendiamo per 2 notti.
Nonostante l’ora non rinunciamo al promo bagno della stagione; ci infiliamo i costumi e ci tuffiamo…l’acqua cristallina è fredda, ma meravigliosa!

La sera cena sulla terraaragostazza- ristorante, dove mi gusto un’aragosta di circa 900 g.

 

 

 

 

 

 

 

MAGNIFICA!!!

La giornata è stata ricca di eventi e stressante, ma si è conclusa in bellezza!

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