LogoTurchia 2008

 

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Old Camera

Diario di viaggio

 

Destinazione:Turchia
Data di inizio:21/06/2008
Compagni di viaggio:Knut e Transalp 650
il Percorso
Scopo:viaggiare


 

 

 

Giorno 1 (21 giugno)
Milano - Ancona (500 km ca.)

Partenza alle 7,30 da casa.
La moto è stracarica e l'entusiasmo altissimo. Broom!! E in men che non si dica siamo lanciatissimi in autostrada in direzione Ancona.
Ci imbarchiamo sul traghetto per Igoumenitsa alle 13,30. La prima sorpresa è la cabina di lusso assegnataci per un cambio con altri passeggeri: "wohaw!".
Più taTramontordi saliamo sul ponte per goderci uno splendido tra
monto.
E per finire una buona cenetta a base di giros,pomodori,cipolla cruda e patate fritte.

 

 

Giorno 2 (22 giugno)
Igoumenitsa- Asprovalta (700 km. circa)

Sveglia alle 6,00 e abbondante colazione al self-service, poi sbarco lentissimo ( siamo in Grecia). Imbocchiamo la statale per Ioannina e decidiamo di scegliere il percorso consigliato ai camion, visto che dovremo inerpicarci su strade montane e sappiamo quanto sia scivoloso l'asfalto greco. Ne abbiamo la conferma quasi subito, alla
prima curva! Tra saliscendi continui, curve e controcurve giungiamo a Ioannina e ci concediamo un buon, si fa per dire, caffè.
Poco dopo Igoumeniza E via di nuovo per Metsovo, sita a 1116m. di altitudine. Ci troviamo immersi in bellissimi panorami alpini di boschi e piccoli villaggi. E' ormai mezzogiorno quando arriviamo al passo di Katara, fa piuttosto fresco e ci fermiamo a pranzo in una locanda. Parcheggiamo a fianco di due moto italiane
e scambiamo quattro chiacchiere con i due motociclisti: vanno alle Meteore. Noi invece proseguiamo poichè le abbiamo già visitate.
A Grevena imbocchiamo finalmente l'autostrada per Salonicco e da lì il viaggio prosegue sulla E 90 in direzione Kavala. Il caldo e la stanchezza si fanno sentire perciò ci fermiamo ad Asprovalta, all'hotel St. George della catena Best Western. Accendiamo subito l'aria condizionata e restiamo a goderci il fresco per un'oretta. Poi scendiamo in spiaggia, affollata, anche il mare non è granchè: sembra l'Adriatico, comunque ci tuffiamo: è il primo bagno della stagione!
Poi la cena e una passeggiata veloce per le animate strade, ma siamo troppo stanchi e decidiamo di andare a dormire anche se sono appena le 22,30.

Giorno 3 ( 23 giugno )
Alle 7,00 ci svegliamo ristorati, ma, dopo i quasi 700 km di ieri, ho voglia di rilassarmi.
Propongo a Knut di prenderci una giornata di riposo e mare, lui è d'accordo, quindi, dopo una colazione ottima, carichiamo la moto e ci dirigiamo verso Kavala, dove ci fermiamo all'hotel Ocean view. Ci eravamo stati nel precedente viaggio, 3 anni fa. Il posto è incantevole e anche l'hotel, con la sua piscina e la terrazza a picco sul mare, da dove ammirare il tramonto, sorseggiando un aperitivo ghiacciato. Peccato che in tre anni il prezzo sia quasi raddoppiato ( da 50 a 90 euro! ) oltretutto la proprietaria è scorbutica e anche maleducata! Alle nostre rimostranze per il cattivo funzionamento dell'aria condizonata ci ha risposto sgarbatamente che... con l'albergo quasi vuoto non poteva tenere accesa l'aria perchè le costava troppo! Li' ho visto mio marito veramente infuriato, risultato... l'abbiamo spuntata noi. Comunque qui non ci torneremo più di sicuro .

Cris

Piscina

 

 

 

 

 

Giorno 4 ( 24 giugno )
Kavala-Istanbul (450km ca.)

Alle 8,00 siamo già pronti,la Transalp scalpita e Knut gronda di sudore: è presto, ma ci sono già 30°e afa. Partiamo alla volta di Alexandropulos, prendiamo l'autostrada e ... dopo neanche 100 km dobbiamo fermarci perchè sto male:ho la nausea. Quindi usciamo e alla periferia della città ci fermiamo in un bar, dove riesco a farmi fare... una limonata calda!Mer... non ho digerito la colazione! Dopo la limonata e la sosta all'ombra va un po' meglio. Per precauzione prendo anche un antistaminico, nel dubbio di aver ingerito qualche alimento a cui sono allergica. Poi si riparte perchè siamo in ritardo sulla nostra tabella di marcia, dobbiamo percorrere circa 450 km. fino ad Istanbul.
Arriviamo alla frontiera di Ipsala verso le 11. Fa caldo, ci sono parecchi camion in coda, nonchè un pullman. Io friggo mentre K, col suo solito aplomb, mi dice di stare calma. Scendo dalla moto, mi metto all'ombra e intavolo una conversazione con quelli in coda.
Finalmente riusciamo a superare il primo controllo, dopodichè bisogna passare all'ufficio visti ( Knut non è cittadino comunitario ), poi portare i documenti indietro ad un altro sportello e dopo... passare per un ultimo timbro da un assurda postazione che consta in un "tavolino" di fianco ai caselli. Allucinante! Finalmente dopo un'ora e mezza... siamo in Turchia!
Pranziamo in un serlf service con aria condizionata, in frontiera. Non male il pasto (kebap e patate fritte ) soprattutto costa pochissimo.
Rifocillati ripartiamo, imbocchiamo l'autostrada per Istanbul, sempre con un occhio al contachilometri perchè ci hanno detto che la polizia fa i controlli sulla velocità ed è inflessibile! ll percorso in autostrada scorre via veloce e dopo 3 ore circa siamo alla enorme periferia di Istanbul; il traffico è notevole, tutti suonano per niente e ci superano fatiscenti camioncini che esalano fumi neri pestilenziali.
Questa volta abbiamo portato il Gps per poter raggiungere l'hotel prescelto senza problemi, ed ecco che, appena usciti dall'autostrada... il bastardo smette di funzionare!
Sono furente! K si ferma all'ombra per capire cosa è successo e dove siamo.

Alla fine riprende a funzionare e ci guida nel traffico caotico di Istanbul fino al quartiere di Sultanamet. ParMoschea Blu nottecheggiamo la moto davanti all'hotel Sari konak, entriamo e chiediamo una camera per 2 notti. Ce ne possono dare una per la prima notte e poi dovremo cambiare il giorno dopo. Accettiamo. La camera è ampia e splendidamente arredata ma, soprattutto, siamo a soli quattro passi dalla Moschea blu.
Accendiamo subito l'aria condizionata:funziona! Mi sdraio beata sul letto e schiaccio un sonnellino, mentre il mio compagno si diletta con l'adorata creatura: chi? Ma il navigatore ovviamente. Poi doccia ristoratrice e alle 20,30 circa usciamo per trovare un ristorante. Poco distante dall'hotel c'è la Akbiyik Caddesi, una strada molto animata e vivace, piena di locali coi tavolini in strada. C'è molto fermento per via della finale Turchia- Germania e ogni locale ha un televisore piazzato in posizione strategica. Decidiamo di sederci al Cafè Magnaura, ad un tavolino d'angolo e ordiniamo la cena. Ci portano un aperitivo e un paio di ciotoline: salsa ai ceci piccantina e olive nere. Il resto della cena è all'altezza dell'inizio. Decidiamo di innaffiare il tutto con una bottiglia di un rosso locale niente male, sarà una sberla il prezzo, ci costa quanto la cena ( in totale ben 64 euro! ) Va bhe! Siamo in vacanza e felici.
Nel frattempo tutti i locali della strada si sono affollati di turisti e turchi. Tutti guardano la partita e commentano con fischi, urla, lancio di petardi e fumogeni colorati e quando alla fine vince la Germania, i turchi la prendono sportivamente e non linciano i numerosi turisti tedeschi che ridono e offrono da bere!
Il vento proveniente dal mare ha rinfrescato l'aria ed è piacevole passeggiare. Arriviamo alla piazza dove sorgono la Moschea blu e Aia Sofia. Che meraviglia! I due monumenti e i giardini antistanti sono stupendi e illuminati ad arte. Soddisfatti torniamo all'albergo. La giornata è stata lunga e abbiamo sonno. Aya Sofia notte

 

 

 

 

 

 

 

 

Giorno 5 ( 25 giugno )
Usciamo di buon'ora dall'albergo, sono le 8,30 ed è già caldissimo. Ci incamminiamo verso la via Divan Iolu dove saliamo sul tram per arrivare al ponte di Galata.
Ponte di Galata Scendiamo a Eminonu, all'imbocco del ponte e lo percorriamo a piedi.

E' affollato di pescatori che si riparano dal sole cocente in tutti i modi.
Ci affacciamo ai parapetti ad osservare la quantità di natanti d'ogni genere che solcano le acque del Corno d'oro e a scattare foto del panorama.
Che bello è, con i profili delle moschee dagli slanciati minareti, la sagoma del bazar egiziano (delle spezie) e una folla brulicante in ogni direzione.

Ad un tratto notiamo due uomini che friggono pesce in uno spazio minimo tra il guard-rail Ristorante precarioe il... Corno d'oro! Mamma mia ma non hanno paura di cadere?
Proseguiamo di buon passo verso il quartiere di Karakoy, la nostra meta è la Torre di Galata che si trova su una collina. Scegliamo di salire dalla Tunnel Meydani con una funicolare storica di fine '800,raggiungiamo così la cima della collina. Scendiamo poi per tortuose stradine acciottolate sino alla Torre, entriamo e, saliti in cima, possiamo sostare ad ammirare il bellissimo panorama a 360°.

Dopo avere scattato numerose fotografie scendiamo e ci incamminiamo a passo veloce per ripercorrere il ponte. Ora fa veramente caldo e arriviamo cotti sull'altro lato, d'ombra neanche... l'ombra! Ci dirigiamo all'ingresso del bazar, entriamo a curiosare e... trovo delle graziosissime scatoline d'argento col coperchio smaltato che acquisto subito. Siamo stanchi e affamati così ci infiliamo in una pasticceria che fa anche pizze e qualche piatto di carne. Ha l'aria condizionata e si sta benissimo.
Nel pomeriggio abbiamo in programma la visita all'acquedotto romano e alla ex- chiesa di S. Salvatore in Chora, celebre per i mosaici in oro, trasformata in moschea: Kariye Camii. Purtroppo dobbiamo rinunciare perchè la mia guida del Touring dice che è chiusa il mercoledì. Dato il gran caldo non ce la sentiamo di arrivare fin là coi mezzi per appurare se sia vero. Dirottiamo perciò i nostri passi di nuovo verso il Bazar delle spezie e scoviamo il nascosto ( dalle bancarelle )passaggio che porta alla piccola e bella moschea di Rustem Pasa. Questo piccolo gioiello sorge in posizione sopraelevata, vi si accede tramite due strette scale che conducono ad un cortile con portico, vagamente rinascimentale. Soddisfatti dalla visita andiamo a zonzo per il bazar finchè decidiamo di riprendere il tram e scendere ai giardini che circondano il Topkapi. Ci sediamo a riposare su una panchina all'ombra di altissimi alberi. Dopo un'oretta ci alziamo ed entriamo al Topkapi.Il complesso è molto vasto,c'è parecchio da vedere. Noi lo abbiamo visitato 3 anni fa e ci mancava giusto l'Harem e questa volta riusciamo ad entrarvi senza alcuna difficoltà, sono le 17 e i gruppi organizzati sono andati via. Ne vale la pena, è molto interessante.
Quando usciamo siamo molto stanchi e accaldati, ma soddisfatti. Torniamo in hotel a rinfrescarci e non ne usciamo che verso le 21 per andare a cena. Decidiamo di tornare al
Cafè Magnaura e replichiamo con un'ottima cena ,ma... solo 2 calici di vino!

Giorno 6 ( 26 giugno )
Istanbul-Safranbolu (400 km ca.)

E' mattina e si parte alla volta di Safranbolu. Lasciamo Istanbul non senza qualche difficoltà al casello autostradale ( abbiamo imboccato quello tipo telepass). Meno male che un centauro turco gentilissimo ci aiuta inserendo la sua carta magnetica ! Questo ci fa riflettere: noi, in Italia, avremmo fatto lo stesso? Contenti ci lanciamo in direzione Ankara. Usciamo dopo Bolu,a Yenicaga e prendiamo la E 80,poi giriamo sulla 755,una
bella strada costeggiata da prati fioriti e colline verdissime.


Infine arriviamo alla nostra meta: Safranbolu. Subito ci dirigiamo verso la città vecchia, le cui antiche dimore ottomane sono Patrimonio dell'Unesco e troviamo alloggio in una di esse: Havuzlu Asmazlar Konagi. La casa prende il nome da una fantastica stanza, con un' enorme vasca piena d'acqua al centro, che tiene fresco l'ambiente. Vasca Safranbolu

Ci lasciano parcheggiare la moto nel cortile. Scaricati i bagagli e rinfrescati un po' andiamo alla scoperta del villaggio. E' molto caratteristico, con le stradine acciottolate che vanno su e giù e delle particolari, vecchie case ottomane, perfettamente restaurate.
Ovunque negozietti che vendono prodotti locali, ma anche molti, troppi souvenir - paccottiglia per turisti. Troviamo però una vecchia bottega che vende "safran" cioè zafferano. Il proprietario ci invita ad entrare e ci offre una tisana calda, fatta al momento, con acqua, zafferano e miele. E' simpatico e parla spedito un misto di tedesco/inglese frammisto a turco. Ci illustra le proprietà multiformi di questa spezia, il lavoro lungo e faticoso che occorre per raccoglierla e prepararla, le differenze tra i vari tipi di zafferano ...
Insegna SafraboluAlla fine usciamo con alcuni sacchettini contenenti la preziosa ( in tutti i sensi ) spezia.

Oddio! Knut, che non voleva bere il miscuglio, mi fa notare che, se è vero che la bevanda bollente ci è stata servita in un bicchierino di carta, questo è stato infilato in un altro
che non era stato cambiato, perciò noi, per bere, li abbiamo portati alle labbra tutti e due. Speriamo in bene!

 

Giorno 7 ( 27 giugno )
Safranbolu- Samsun (400 km. circa)

La mattSterrataina seguente, dopo un'abbondante colazione servita nel bel giardino dell'hotel, carichiamo la moto e partiamo in direzione mar Nero. Percorriamo la strada panoramica 030 per Kastamonu e giunti a Duragan ci fermiamo per pranzo in un locale frequentato dalla gente del posto, dove mangiamo di gusto due ottime pide.
Chiediamo indicazioni ad un benzinaio sulla strada per Samsun. Knut ha visto che ce n'è una che taglia tra le montagne, ma il benzinaio ce la sconsiglia in quanto non percorribile. Knut però è deciso a provare e così, nonostante le mie rimostranze, ci avviamo per la strada segnata come gialla, in direzione Alacam. Ben presto l'asfalto lascia il posto ad uno sterrato, comunque percorribile senza grossi problemi. Quello che ci lascia incantati è il panorama... la stradina si snoda tra monti tappezzati da un tripudioPanorama tra Safranbolu e il mar nero di fiori multicolori che si susseguono senza posa. Tutto intorno solo canti d'uccelli e il suono del vento.
Dopo circa un paio d'ore arriviamo ad Alacam accaldati e, mentre fermi ad un semaforo cerchiamo di capire dove siamo, ecco arrivare verso di noi il proprietario di un bar che ci invita a sederci al fresco. E' così gentile che ci dispiace rifiutare, così accettiamo. Ci offre dell'ayran ( yogurt salato) e, viste le nostre facce perplesse, ci assicura che è ottimo con il caldo perchè molto rinfrescante. Accettiamo volentieri e restiamo una mezz'ora a conversare col simpatico turco, poi ripartiamo.
Poco prima di Samsun ci fermiamo e prendiamo una camera in un hotel sul mare.
E via per un bagno rinfrescante nel mar Nero, che Nero non è, ma marroncino come sulla riviera romagnola.

Giorno 8 ( 28 giugno)
Samsun -Trabzon (290 km. circa)

La mattina mi sveglio non in ottima forma, prendo solo del te a colazione.
Ripartiamo in direzione Trabzon ( Trebisonda), ma dopo poco siamo costretti a fermarci perchè sto male, la pancia è in subbuglio e devo appartarmi... Purtroppo mi dovrò fermare altre sei volte, ormai non trattengo più niente. Arrivo stremAya Sofia Trabzoneata a Trabzon e prendiamo una camera in un hotel a quattro stelle. Il tempo di sistemare il bagaglio e usciamo a cercare una farmacia, mi sento una schifezza e impreco contro la mia stupidità per avr bevuto quel ca.., di ayran! O forse è colpa del dolce alla crema della sera prima, mha! . La troviamo aperta per un pelo, compro un termometro e dell'aspirina perchè mi sento la febbre.
Quella sera mangio a fatica qualcosa e cerco di bere molto, ma durante la notte peggioro: tremo e deliro. Alle 5 la temperatura ha raggiunto i 39°. Aspettiamo ancora un paio d'ore poi Knut chiama la reception chiedendo un medico. Si attivano subito e in men che non si dica sono su un taxi che mi porta ad una clinica privata dove, in un battter d'occhio vengo visitata, mi viene praticata una flebo di antibiotico e un'altra reidratante. Il solerte taxista/factotum ci porta ad una farmacia aperta dove compro i medicinali prescrittimi e poi nuovamente in albergo. Ringrazio il fatto di aver voluto scegliere un buon albergo, Aya Sofia Afreschianche se costoso, e di essere in una grande città, dotata di ospedali e cliniche.
Il giorno seguente sto meglio, la febbre è scesa a poche linee, quindi convinco Knut che posso, anzi voglio uscire. Prendiamo un taxi e concordiamo il prezzo per farci
accompagnare e venirci a riprendere alla Basilica di S. Sofia( ora è un museo). Il luogo è suggestivo. Passeggiamo nei giardini, c'è anche una sala da the, visitiamo la chiesa e osserviamo gli affreschi che ricoprono le pareti interne ed esterne (alcuni purtroppo rovinati).

 

 

 

 

Giorno 10 ( 30 giugno)
Trabzon- Sumela- Erzurum (350 km. circa)

Oggi mi sento bene, solo un po' debole, decidiamo di partire alla volta del monastero di Sumela. Usciti dalla città imbocchiamo la strada 885 e dopoSumela una trentina di km. circa il bivio per Sumela. E' presto, sono le nove e, a mano a mano che la strada sale l'aria si fa fresca. Negli ultimi km la strada si fa più stretta e tortuosa, si sale circondati da verdissimi boschi,si passa un vecchio ponte a schiena d'asino sotto cui scorrono impetuose le acque di un torrente. La strada termina, parcheggiamo la moto e, all'improvviso, scorgiamo il monastero abbarbicato alla roccia, sul fianco di un ripido dirupo: è un colpo d'occhio magnifico! Saliamo per uno stretto sentiero che si arrampica fino a portarci all'ingresso. Ci sono pochi turisti e possiamo goderci la visita. Il sito merita non solo per la spettacolare posizione, ma anche per i resti degli affreschi che coprono sia l'esterno della chiesa sia la circostante parete rocciosa.
Sumela monastero

Scattiamo parecchie foto, poi, appagati, rimontiamo in sella alla transalp e facciamo rotta verso Erzurum, dove contiamo di pernottare.

 

 

 

 

 

 

 

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